Dietro la facciata scintillante e rutilante delle televisioni, la realtà di consumi alimentari che non decollano e di locali che diminuiscono

 

Anche se non è freschissimo di stampa, ci sentiamo di consigliare, per la validità dei concetti espressi, la lettura dell’ultimo libro di Davide Paolini, lo storico Gastronauta italico, intitolato “ Il crepuscolo degli chef. Gli italiani e il cibo tra bolla mediatica e crisi dei consumi “ – Longanesi editore, pagine 216, Euro 16,40.  Chiave di lettura il richiamo “ Contro l’analfabetismo gastronomico “  evidenziato in copertina (a nostro parere brutta e pacchianella).

Attraverso una lucida e approfondita analisi Paolini, “ annusatore “ competente come pochi del minestrone che bolle nel maxi-pentolone della gastronomia italiana, mette in evidenza la macroscopica schizofrenia tra realtà fattuale (mancato decollo dei consumi alimentari, chiusura di negozi, drastica riduzione dei locali) e realtà virtuale (sovraesposizione mediatica del cibo: web, tv, libri, magazine, blog), da cui emerge un nuovo rapporto, mai riscontrato nel passato, tra gli italiani e la cucina. Dalla spettacolarizzazione televisiva del cibo al food fashion, dallo chef star system al mito del chilometro zero, fino all’eterna lotta tra carnivori e vegani. E poi: 13 milioni di foto su Instagram, 25.000 blog, 1.000 siti internet che raggiungono ogni mese oltre 35 milioni di persone. La cucina è oggi un tema sempre più al centro dell’attenzione mediatica. Secondo noi, troppo.Per Paolini le trasmissioni televisive hanno moltiplicato a dismisura un vero e proprio fenomeno di voyeurismo gastronomico, ma a un tale clamore mediatico non corrisponde un innalzamento dei consumi. Basti pensare che nel 2015 in Italia hanno chiuso i battenti 10.000 ristoranti. Né corrisponde, per gran parte degli italiani, un reale approfondimento della cultura gastronomica.
Il cibo è diventato altro da ciò che era e rappresentava sino a ieri:
ammicca dalle vetrine di negozi e librerie, appare a tutte le ore sugli schermi televisivi, pende dai cartelloni pubblicitari, naviga in rete. Il cibo sta diventando un’ossessione, ma, come ci racconta l’autore in questo libro impietoso e divertente, la realtà appare molto diversa. Non è vero che mangiamo di più e meglio, e quella che quotidianamente in tv viene spacciata come cultura spesso è solo uno spettacolo privo di qualità.

Nelle more della pubblicazione,  gli ultimi dati resi noti dall’Istat sui consumi delle famiglie nel 2016 in sintesi: dicono che diminuisce la spesa per la carne, aumenta in misura contenuta quella per frutta e vegetali e  aumenta in misura più consistente quella per pesce e prodotti ittici.

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