Dalle pere a forma di Buddha, alla maschera di Donald Trump con la zucca al trash delle pesche sexy. Di contro la raffinatezza senza tempo della tradizione giapponese Sembikkya.
Vuoi mettere la goduria – si fa per dire – di affettare, o infilzare sadicamente, un’anguria a forma di cuore; accompagnare una pera a forma di Buddha con un “ cacio “ di pregio adeguato; preparare una vellutata di zucca al sapore, non necessariamente grato, di Donald Trump o strabuzzare gli occhi per il trash delle pesche “ vestite “ di orride mutandine: è una moda che fa ormai tendenza in Cina e prima o poi arriverà anche da noi. Sono i cosiddetti frutti modellati fatti crescere all’interno di stampi di plastica trasparente in modo che ne prendano la forma, da frutticoltori a dir poco esperti. Pere, mele, angurie, zucche, cetrioli sono le varietà più utilizzate ma, c’è da giurarci, se avranno successo anche in occidente e non solo in Cina e Giappone e più in generale in Asia, ne sortiranno chi sa quante altre.
Ben diverso il tono e il risvolto culturale di una estetica di difficile comprensione per noi occidentali quanto “ frutto “, di nome e di fatto, della tradizione antica e raffinata dell’usanza giapponese di donare frutta di altissima qualità a persone particolarmente importanti o in circostanze altrettanto particolari. E’ il caso del muskmelon, un melone retato conosciuto come il re dei frutti, caratterizzato da un accentuato profumo di muschio. Coltivato esclusivamente a Shizuoka, località particolarmente calda ed assolata, ciascun frutto – i costi sono ovviamente da gioielleria di lusso – viene, fra altre cure tutte “ individuali “, sottoposto ad un massaggio manuale chiamato “ spazzolatura a sfera “ che ha lo scopo di disegnare sulla buccia una miriade di piccole sfere geometricamente perfette ed allineate. Incontrastata regina di questa e altre tradizioni è Sembikkya, importante realtà commerciale – gestisce 14 negozi cult per lo più nell’area di Tokyo – fondata nel 1834. Nel 1887 Sembikkya aprì il primo ristorante di frutta.