Quella appena trascorsa è stata, purtroppo, anche un’orribile estate di sangue a causa della follia omicida e del turpe desiderio di morte del terrorismo jihadista.

Difendere adeguatamente i luoghi più affollati, e come tali più caratteristici della comune identità occidentale, è una necessità ineludibile e primaria. Non ci piove. Ma è doveroso cercare di farlo al meglio, salvaguardando la bellezza e la specificità dei luoghi.

Con molta sensibilità e grande tempestività Stefano Boeri, archistar teorico delle città verdi e progettista dell’ormai iconico Bosco Verticale di Milano, ha lanciato un appello alle amministrazioni pubbliche affinchè chiamino a raccolta architetti, designer, creativi, come dire professionalità diverse ma connesse al green urbano, allo scopo di affiancare le aziende chiamate a produrre strutture – ovviamente sicure, cioè in grado di impedire il transito di furgoni e camion potenzialmente assassini – anche movibili, quali contenitori di piante. “Invece di snaturare, questo il concetto di Boeri, gli spazi più aperti e vitali delle nostre città riempiendole di barriere in calcestruzzo (tipo i new jersey n.d.r.) e dispositivi di sicurezza modulari in plastica (o semplici fioriere), dovremmo contrapporre all’istinto di morte di queste belve umane la calma presenza delle piante e in particolare delle querce “. Ad esempio disponendo vasi movibili standard, di forma cilindrica, alti un metro e diametro di 3 metri, atti a contenere alberi di una certa altezza. In altre parole contrapporre il verde delle piante, che “accoglie e protegge quella vita che i terroristi vogliono annientare “, al loro truce e funereo nichilismo.

 

Disegno di Stefano Boeri da repubblica.it

 

 

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