Firmata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin il 24 maggio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 16 giugno, l’ordinanza che vieta il consumo e la commercializzazione delle anguille del lago di Garda – provvedimento reiterato di anno in anno dall’introduzione del 22 giugno 2011 – prende ufficialmente atto che  la situazione di grave inquinamento dei sedimenti lacustri che hanno intaccato la carne dei pesci a causa della contaminazione da PCDD e PCB, è ben lungi dall’essere superata. La particolare natura degli inquinanti che persistono a lungo sia in sito che nei muscoli dell’anguilla rendono indispensabile la reiterazione del divieto in quanto i residui di PCB sono assolutamente pericolosi per la salute umana. Anche se non viene né detto né scritto, per avere un quadro della situazione e sperare che la situazione possa eventualmente sbloccarsi in senso positivo occorrerà attendere le nuove analisi che, nel 2021, verificheranno se l’inquinamento da diossina si sarà riassorbito e, nel caso, di quanto.

Per quanto concerne le cause della contaminazione, pur in mancanza di determinazioni ufficiali, i più concordano che sia stata causata dallo sversamento in acqua degli oli esausti utilizzati fino ben oltre la metà del secolo scorso per il funzionamento dei trasformatori elettrici presenti nei grandi impianti idroelettrici trentini.

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