by Paolo Gepri

Economia circolare: contro le infiltrazioni camorristiche piccolo ma significativo accordo fra Tunisia ed Italia.
In occasione di Ecomondo a Rimini, le due principali associazioni nazionali del settore hanno ieri firmato una intesa per la trasparenza e la crescita della filiera italo-tunisina del riuso e del riciclo dei rifiuti tessili domestici. Con l’avallo dell’UNIDO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale

La notizia non è di quelle che “bucano” il televisore o “spaccano” il poco che resta della carta dei giornali italiani, ma è comunquue, a nostro giudizio, significativa in quanto dimostra una volta di più che c’è un Italia concreta, pragmatica, affidabile e volitiva che ogni giorno si impegna a portare avnti le cose, magari con il cacciavite caro ad Enrico Letta (che non riuscì ad usare nemmeno quello) nel segno dell’impegno quotidiano. Quell’impegno di tutti i giorni nel quale eccellono le mille realtà del terzo settore e del volontariato che tanto fanno per tirare avanti la carretta di questo nostro squinternato Paese.

Tutte le iniziative che si prefiggono lo scopo di contrastare le mire crinìminali delle varie mafie sono meritori, come lo è questa che ha portato il CONAU (il Consorzio nazionale abiti e accessori usati), che a sua volta aderisce alla FISE UNICIRCULAR (Unione delle imprese dell’economia circolare italiana), a firmare con l’omologa tunisina CONNECT GL FRIPERIE un’intesa -avallata dall’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) – per garantire trasparenza e rispetto della legalità alle aziende impegnate nella lavorazione e nel riciclo degli abiti usati e più genericamente dei cosiddetti rifiuti tessili domestici. Un settore, questo, che recentemente ha subito le attenzioni criminali della camorra che ha sporcato, come solo lei sa fare, anche questa attività che si prefigge lo scopo di dare un lavoro a soggetti disagiati e a mettere in circolo abiti e indumenti dignitosi a prezzi accessibili anche alle popolazioni povere del Sud.

Nel nostro Paese la raccolta pro capite della cosiddetta frazione tessile dei rifiuti urbani è di 2,2 kg per abitante, in costante e graduale aumento, ma si può fare molto di più.Le aziende e le cooperative sociali che aderiscono al Consorzio CONAU sono solo 16 (pochine davvero) che danno lavoro a più di 500 fra dipendenti e soci lavoratori. Il fatturato complessivo è di 70 milioni di euro. La raccolta complessiva su scala nazionale è di 133.000 tonnellate, ma è prevedibile un buon incremento in tempi brevi. Del resto le stesse norme comunitarie prevedono che tutti i Paesi dell’UE entro il 2025 abbiano messo a punto sistemi di raccolta adeguati. Il tessile recuperato dalle ben conosciute campane dislocate sulle strade è per circa il 50% riutilizzato a scopo di abbigliamento, la restante parte è utilizzata come materiale isolante e/o fonoassorbente nell’automotive e per pulizie industriali. Solo la parte più scadente finisce negli inceneritori per il recupero termico e, purtroppo, anche in discarica laddove i termovalorizzatori non ci sono, o semplicemente non li vogliono. Purtroppo.
In questo specifico settore la Tunisia, con la sua “friperie”, occupa una posizione di rilievo in quanto tratta circa 150.000 tonnellate importate dall’Italia e da altri Paesi europei, che sono lavorate in più di 50 aziende che occupano 4.000 addetti diretti ai quali vanno aggiunti quelli dell’indotto ai quali vanno aggiunti i commercianti ambulanti, operatori molto importanti in molte zone disagiate

Per ricordare e rivivere l’epopea dei famosi “cenciaioli” pratesi che tanta parte hanno avuto, e hanno, nel tessuto della città toscana rimandiamo alla visione del video “Stracci idea per un documentario”. Interviste realizzate tra il 2006 e il 2007 come lavoro di ricerca per la scrittura del testo teatrale “Stracci”, andato in scena nel maggio 2007, diretto e interpretato da Valentina Banci e Francesco Borchi.

https://www.youtube.com/watch?v=-CpcgqieWps

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