Foto Bushnell 01.05.2018 – fototrappola 11.35.56 – Provincia Autonoma di Trento

5 gennaio 2018, pendici orientali del monte Bondone (TN), quota 650 slm, primo avvistamento accertato in Trentino – grazie a una foto-trappola – di un esemplare di gatto selvatico.

Accortamente e severamente protetto dalla normativa comunitaria e nazionale, il Felix silvestris dà confortanti segnali di ripresa sia demografica che territoriale. Da non sottovalutare, invece, il pericolo dell’ibridazione con il gatto domestico: ne va di mezzo il futuro della specie. In ogni caso da contrastare il randagismo del felino domestico che troppo spesso si trasforma in predatore micidiale dell’avifauna.

Il gatto selvatico europeo, Felix silvestris, predatore di media taglia, è uno dei carnivori più elusivi in assoluto. Solitario, come già detto elusivo (vederlo in azione è molto difficile, anche per i più esperti frequentatori dei boschi e gli stessi studiosi), territoriale, in particolare il maschio, di solito predilige le aree forestali ma sa adattarsi anche ad altri ambienti. E’ un importante regolatore ecologico, per il vero non molto conosciuto e studiato, in quanto si nutre prevalentemente di roditori anche se non disdegna piccoli rettili e uccelli. Di portamento fiero, bello a vedersi, piuttosto grosso rispetto al gatto domestico, il mantello ricorda sostanzialmente quello del soriano di casa. Del tutto caratteristica la coda, clavata secondo la definizione degli zoologi, molto folta, con la punta nera; altra caratteristica distintiva importante è la riga scura che accompagna e sottolinea la spina dorsale.

E’ specie particolarmente protetta sia dalla normativa comunitaria (Direttiva Habitat del 1992) che nazionale (legge 152 del 1992). Le iniziative di protezione, iniziate a metà degli anni ’70 del Novecento hanno sortito buoni risultati. A questo riguardo fa un certo effetto leggere che il Regio Decreto n 1016 del 1935 ne promuoveva l’uccisione – essendo considerato all’epoca animale nocivo: concetto terribile che ha provocato vere e proprie stragi di predatori i più vari – anche con l’uso di lacci, tagliole, trappole e bocconi avvelenati (sic: orribile a dirsi e non solo a farsi). Oggi è in accertata ripresa sia demografica che territoriale. E’ infatti presente in varie zone d’Italia: in Sicilia, lungo la dorsale appenninica dall’Aspromonte fino alle zone più settentrionali del Casentino, in Maremma, nelle Alpi Orientali. Recentemente è stato segnalato anche nelle Alpi Occidentali. Una popolazione stabile e in salute è presente nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. La sua presenza è segnalata anche in Liguria/Piemonte e in Friuli Venezia Giulia in cui è in fase particolarmente espansiva. Risulta comunque ben presente in tutto il Triveneto.

All’inizio di quest’anno gli esperti e gli appassionati hanno accolto con un certo entusiasmo la notizia del primo avvistamento “ufficiale” in Trentino – come testimonia l’iconica foto anche da noi riportata – sulle pendici del monte Bondone non lontano da Trento. Uno studio dell’Ispra, prima firma quella di Edoardo Velli, il più noto degli studiosi di questa specie e di Pietro Genovesi, altro esperto di riconosciuta esperienza e valore, evidenzia che il rischio maggiore che incombe sul Felix silvestris – in quanto potrebbe perdere le sue caratteristiche peculiari, geneticamente fissate ab immemore – è dato dalla possibile (e non poche volte già accertata) ibridazione con la sottospecie domestica. Di qui la necessità di controllare e contrastare il randagismo dei gatti domestici, da un lato per salvaguardare il patrimonio genetico del Felix silvestris, dall’altro anche per ragioni di equilibrio ecologico in quanto il gatto domestico spesso e volentieri si trasforma in un terribile killer degli uccelli.

Consigliamo vivamente la visione del filmato “Il fantasma dei boschi” firmato da Giuseppe Festa con la regia di Massimo Piccioli che ha per protagonista principale il già citato naturalista Edoardo Velli

https://www.youtube.com/watch?time_continue=497&v=C_cEkQWwa2YCodice

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