Il vetro è antico ma sempre attuale, molto apprezzato e considerato dagli italiani che lo riciclano con impegno e successo

 

E’ antico, meglio antichissimo, ma è ancora vispo come un galletto, vive un presente importante e probabilmente vivrà un futuro di rinnovato successo. Stiamo parlando del vetro, amico di tutti i giorni che, sicuro sostenibile e riciclabile, ben 28 milioni di italiani ritengono non sia sostituibile con altri materiali. Le qualità ritenute peculiari che gli vengono riconosciute – più specificamente ci riferiamo al vetro che i tecnici definiscono cavo, cioè bottiglie e contenitori – sono l’igiene e la salubrità (35%) e, 26%, la riciclabilità che ne fanno un prodotto vissuto come ecologico per antonomasia. Questi e molti altri dati – forse fin troppo estimativi in quanto non tengono conto del fatto che il vetro “pesa” e pertanto il costo del trasporto non è poca cosa e può costituire un handicap – sono riportati nell’indagine “Valore sociale di prodotto e attività dell’industria vetraria in Italia” redatta recentemente dal Censis. Il concetto base espresso dagli intervistati è che il vetro è un materiale in grado di dare risposte efficaci, funzionali e credibili soprattutto per quanto attiene la sicurezza alimentare.

Per il 65% degli italiani – e i millennials ne sono i maggiori estimatori e questo è un dato indubbiamente significativo –  il vetro rappresenta il packaging più sicuro per il cibo; percentuale che sale al 72% con riferimento alle bevande.

L’Italia, pur avendo ancora molti margini di miglioramento soprattutto al Sud, è piuttosto virtuosa – con un tasso di recupero intorno al 72% che potrebbe arrivare al 75% alla fine di quest’anno – nell’ambito del recupero del vetro. Il 50% delle bottiglie di vino, il 32% di quelle di birra e il 26% dei contenitori dei profumi  “rientrano” nel ciclo produttivo delle vetrerie. Secondo i dati del CoReVe (il Consorzio nazionale Recupero Vetro) nel 2016 sono stati raccolti complessivamente 1,9 milioni di tonnellate di vetro ( 31 kg per persona). A questo punto è doveroso sottolineare che, per ineludibili ragioni tecniche legate ai differenti ed incompatibili punti di fusione, la ceramica, il cristallo e il vetro termico (pirex) non vanno in alcun modo conferiti assieme al vetro.  Rischiano infatti – la ceramica è il nemico numero uno – di rimanere come corpi estranei all’interno del manufatto finale e di renderlo molto fragile. La selezione dei materiali da riciclo da parte del consumatore è fondamentale in quanto un semplice piatto di ceramica può rovinare, in fase di produzione ad esempio di nuove bottiglie, il corrispettivo di un intero cassonetto.

Le 1,7 milioni di tonnellate riciclate hanno consentito il risparmio, alla produzione, di 3 milioni tonn. di materie prime. Con i 332 milioni di metri cubi di gas  così risparmiati in fase di produzione è stato possibile – sono tutti dati riferiti al 2016 –  coprire i consumi di gas uso famiglia di una città come Genova, mentre il quantitativo di anidride carbonica non immesso in atmosfera è stato di 2 milioni di tonn.

Lo stretto rapporto che intercorre fra gli italiani e gli imballaggi di “vetro cavo” trova particolare evidenza anche nei dati di consumo annuale pro capite espressi in valore: Italia 78,5 euro di acquisti, contro i 75,6 dei tedeschi, i 64 dei francesi, i 58,5 degli inglesi e i 51,8 (sempre euro) degli spagnoli. Il valore medio UE è di 68,8 euro.

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