La “Fabbrica Acido Solforico”, aperto nel 1898, fu stabilimento d’importanza storica

Nella Berther 1913 – 1972

 

Allocato nel pieno centro del paese,  a Bagnolo Mella, il da tempo dismesso stabilimento dei concimi chimici di quello che fu il più antico ed importante sito produttivo dell’ex Consorzio agrario provinciale vede in questo periodo squadre di operai e tecnici  impegnati a bonificare i tetti dalla presenza dell’eternit contenente le micidiali fibre d’amianto.

L’occasione è propizia per ricordare – dai “ Diari “, pubblicati nel 2011,  dalla Fondazione Civiltà Bresciana –  la descrizione che l’allora giovanissima, sedicenne, Nella Berther, studentessa arnaldina “ spaciugona “  come ebbe a definirsi, scrisse giovedì 23 maggio 1929 in occasione di una visita scolastica alla locale “ Fabbrica di acido solforico “, per meglio dire allo stabilimento per la fabbricazione di concimi chimici che utilizzava le piriti e l’acido solforico. Lo stabilimento, fra i primi in assoluto, venne costruito nel 1898 su iniziativa di un gruppo di agricoltori  capitanati da Emanuele Bertazzoli e dal ben noto Ottorino Villa. Vivacissima la  descrizione di quell’autentico girone dantesco che era, a quei tempi, la fabbrica: “ abbiamo visto i forni per abbrustolire la pirite, le camere di piombo, i condensatori e simili belle cose, ma c’era anche un odore così insopportabile che quelli che non sentivano forte l’amor della Scienza scappavano via col fazzoletto sulla bocca e sul naso e con gli occhi stralunati. Così quelli che facevano i forti ridevano di loro ma dopo un momento, se veniva alzato un de’ polverizzatori che immettono l’acqua nella parte superiore delle camere di piombo scappavano dietro agli altri come diavoli davanti all’acqua santa “. Divertente, invece, molto divertente, la ricerca dei cristalli di pirite, il minerale materia prima per la produzione dei concimi: “ ci siamo messi tutti (alla loro ricerca) con un ardore che sembravamo cercatori d’oro, curvi a scavare in quei gran mucchi di minerale. Io ho trovato parecchi bei cristalli e poi me ne hanno anche regalati parecchi: così sono una ricca possidente di pirite. Quella è una ricchezza, veh! “.

Il viaggio di ritorno in treno, sottolinea brevissimo ed altrettanto allegro,  portò i giovani studenti a “ Brescia che ci ha accolti accaldati, lieti, ma sporchi e impolverati come se avessimo fatto dei kilometri di strada “.

Da archeologiaindustriale.net

 

Nella Berther (1913 – 1972), laurea in lettere antiche con tesi sui dialetti della Valcamonica, la terra da lei più amata alle cui montagne ha dedicato descrizioni di autentica bellezza intrise di sentimenti raffinati e contrassegnati da una conoscenza non comune dell’ambiente montano (fra l’altro fu  provetta arrampicatrice), ha insegnato per lunghi anni al Liceo Arnaldo, poi all’Istituto Magistrale. Autrice di punta di testi scolastici della  Scuola editrice, è per lo più conosciuta per il romanzo “ Pane di segale “,  spaccato di agra vita montanara con squarci di sofferenze sociali ed ambientali a volte dirompenti. Di sapore profetico la raccolta di poesie “ Se la strada finisce “, pubblicata poco prima della morte giunta prematura a soli 59 anni.

 

(da Corriere Brescia 7 gennaio 2015 – “Nella Berther La scrittrice adolescente nella fabbrica di concimi”, a firma di Gianluigi Goi)

 

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