Unite nel progetto Raf Cycle, la prestigiosa “Cantina di Soave” e la multinazionale leader dei sistemi di etichettatura “UPM RAFLATAC”, con beneficio dell’ambiente, riciclano in Germania la carta siliconata supporto delle etichette per il vino imbottigliato a Verona. Da materiale di scarto a materia prima seconda di qualità per l’industria cartaria

Tanto tuonò che alla fine piovve: una pioggia sottile, calma, primaverile. Una volta tanto assolutamente benefica. Non è poco di questi tempi, anche climaticamente scriteriati. Fuori di metafora, due giganti nel loro ambito, la Cantina di Soave in campo vinicolo e la multinazionale UPM RAFLATAC, ai vertici a livello internazionale nel settore dei sistemi automatizzati di etichettatura, hanno deciso di unire le rispettive competenze per dare sostanza pratica al progetto Raf Cycle per il recupero della carta siliconata che viene utilizzata quale supporto per le etichette nell’imbottigliamento del vino. Un mercato di nicchia e non poi così grande da meritare di essere strombazzato a piena voce, potrebbe obiettare qualcuno, ma a noi sembra importante in quanto evidenzia la scelta di due realtà aziendali molto significative di voler comunque “recuperare” scarti di lavorazione di difficile trattamento. Non ragionando solo in termini prettamente economici. Alla base della scelta, aspetto prioritario assolutamente lodevole, la consapevolezza che in un’ottica globale di sostenibilità ambientale, il recupero e il riuso di qualsivoglia materiale va costantemente perseguito utilizzando al meglio le possibilità offerte dalla tecnologia. Come dire che, insieme, anche a questi livelli dove i numeri sono molto alti e i fattori in gioco numerosi, si può fare. Dobbiamo farcela. Vogliamo dire che al di là degli aspetti tecnico-economici, che ovviamente rivestono comunque una notevole importanza, questo relativamente piccolo esempio testimonia che qualcosa sta cambiando in positivo e in propositivo nell’azione delle persone e delle aziende a favore della sostenibilità.

Nello specifico, la UPM RAFLATAC, tramite la sua consociata LCI, recupera le bobine di carta siliconata private delle etichette utilizzate per l’imbottigliamento dei moltissimi vini prodotti dalla Cantina di Soave provvedendo a trasportarle nella cartiera UPM a Platting in Germania. Materiale difficile da trattare, la carta siliconata è qui sottoposta a un processo tecnologico molto avanzato che provvede a staccare il sottile strato di silicone applicato sulla carta vera e propria che viene poi utilizzata soprattutto per la fabbricazione di cartoncini da confezioni. Nel corso degli ultimi tre anni, con questo sistema sono state raccolte e avviate al riciclo produttivo 62 tonnellate di carta siliconata. Forse non molto in assoluto, ma non poco in termini relativi.
Prima di concludere un cenno a queste due realtà che abbiamo definito “giganti” nel loro ambito. La Cantina di Soave, storica e blasonata cooperativa vinicola nazionale – quest’anno festeggia 120 anni di vita essendo stata fondata nel 1898 – 6 cantine produttive, 2.200 viticoltori e 6.000 ettari di vigneto che intersecano 3 denominazioni riconosciute, esporta vini in 60 paesi. La UPM Raflatac, ai vertici mondiali dei sistemi di etichettatura, 3.000 dipendenti, è presente in 40 Paesi.

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