Il Gruppo OCP, di proprietà statale, 23.000 dipendenti, di gran lunga la maggiore azienda del Marocco, è leader incontrastato e al momento incontrastabile a livello mondiale, nell’estrazione e lavorazione dei fosfati. Un’azienda, meglio un gruppo di aziende, fondamentale per l’economia del Marocco e  punto di riferimento ineludibile – coprono il 57% del mercato globale del fosforo per uso agricolo e intrattengono rapporti di partnership con tutti i maggiori paesi agricoli: Canada, Usa, Brasile, India – per il comparto agricolo in genere e per l’industria dei fertilizzanti in particolare.  Nel tempo OCP, che ha nella sua disponibilità i maggiori giacimenti mondiali di minerali a base di fosforo, ha saputo evolversi dalla sola  attività di estrazione mineraria  a quella di trasformazione industriale evolutasi sino alla  preparazione  di fertilizzanti complessi a base di azoto fosforo e potassio ed anche di fertilizzanti con microelementi.

Hanno dalla loro la fortuna di avere miniere quasi a cielo aperto sotto forma di sabbia ricca di fosfati e altamente solubile in acqua. Con tutti i vantaggi che sono facili anche solo da intuire.

I paesi maggiori produttori/estrattori di fosfati (dati 2015 espressi in milioni di tonnellate) sono i seguenti: Cina 100 Mt; Marocco e Sahara Occidentale 30 Mt ( ma la Fao considera che è qui presente la metà di tutte le riserve mondiali);  Stati Uniti 27,6; Russia 12,5; Giordania 7,5; Brasile 6,7; Egitto 5,5; Tunisia e Perù 4,0 ciascuno; Israele e Arabia Saudita 3,3 ciascuno. Secondo l’USGS, l’Osservatorio minerario americano, la produzione di minerali fosfatici è prevista in aumento graduale dai 223 milioni di tonnellate del 2015 ai 255 milioni del 2019. L’incremento maggiore verrà dall’espansione, già in corso, delle miniere marocchine e da nuove aperture in Arabia Saudita. Ci sono inoltre nuovi progetti che si realizzeranno, sempre entro il 2019, in Algeria, Australia, Brasile, Cina, Egitto, Giordania, Kazakistan, Perù, Russia e Tunisia. Una vera e propria caccia alla fosforite, probabilmente più utile della famosa corsa all’oro. Negli ultimi anni la produzione mondiale è quadruplicata: ma non basta.

Fonte: ambasciatamarocco.it

 

A questo punto ci sembra utile conoscere un poco meglio questo Gruppo OPC che potrebbe, entro pochi anni, diventare una sorta di Opec del fosforo con tutte le conseguenze del caso. Non dimentichiamoci, per stare in tema, che nel fatidico 2008, all’inizio della grande crisi mondiale che non è ancora stata superata, il prezzo delle fosforiti arrivò a crescere fino al 700% e, pur al netto di enormi speculazioni, si tratta pur sempre di cifre che spaventano.  OPC, che ha la sede centrale a Casablanca in un grande palazzo tutto vetro contornato da un ambiente ricco di verde e animali che fa tanto campo da golf (settore, questo, nel quale il Marocco del resto eccelle) intende potenziare la propria capacità mineraria ed industriale per mezzo di un programma di investimenti di ben 14 miliardi di euro nel periodo 2016-2025. Il Gruppo prevede di investire – e lo sta facendo – 7,5 miliardi nel nord del Marocco per l’apertura di una nuova miniera e l’ampliamento di un’altra nel Centro-nord. OCP  non esclude inoltre  – sottolinea in una nota l’ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – la possibilità di avviare cinque nuove unità entro il 2025 e ciò in funzione delle richieste del mercato mondiale. E’ già previsto un investimento di circa 6,4 miliardi di euro  per la costruzione del nuovo complesso “ Safi phosphate hub (SPH) “ che sarà dotato di attrezzature integrate e d’avanguardia. Altrettanto da rimarcare il fatto che OCP dispone, ad una ventina di km da Casablanca, di strutture portuali “ private “  collegate da una condotta sotterranea utilizzata per portare direttamente in porto il minerale che viene “ spedito “, sotto forma di melma, allo scopo di utilizzare la forza di gravità in quanto la miniera è ubicata a 700 metri sul livello del mare. Non è finita: sempre in  zona portuale, il minerale viene lavorato e trasformato in fertilizzanti  poi caricati sulle navi praticamente a … metri zero. E a costi bassissimi.  Fra altre realizzazioni, si segnala l’ampliamento delle condotte d’acqua che già collegano – zona centrale del Marocco  – la diga Al Massira a Benguérir e ciò allo scopo di coprire i fabbisogni idrici della zona ed evitare il prelievo di 5 milioni di metri cubi all’anno di acqua di falda.  A piano completato, è previsto che  l’estrazione di roccia di fosfato passerà dai 34 milioni di tonnellate del 2015 ai 57,4  ipotizzati per il 2025. Nello stesso periodo la produzione di acido fosforico, indispensabile per la lavorazione del mineale, dovrebbe passare da 5,7 a 10,6 milioni di tonnellate. E la  produzione di fertilizzanti da 8,5 a ben 21,3 milioni di tonnellate.

 

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