220px-van_gogh_-_zwei_hndeduemani-1450358759426

Il suolo bene comune

Per tutti i credenti la Giornata del Ringraziamento, che sostanzialmente coincide con la tradizionale festa di San Martino (11 novembre), rappresenta un momento importante di riflessione e di fede essendo legata ai valori tradizionali, per non dire ancestrali, del lavoro dei campi. Più in particolare per gli agricoltori cattolici si tratta di un appuntamento ineludibile, il segno di una continuità corroborata dal tempo e dalla profonda “sinergia” che connota il lavoro agricolo con la spiritualità e la dottrina sociale cattolica. Da qualche anno a questa parte, grazie all’azione sempre più incisiva della “ Commissione Episcopale per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace” dei vescovi italiani, il Messaggio che la Commissione annualmente promulga è diventato uno strumento di conoscenza, di dibattito e di confronto sempre più importante. Quest’anno più importante di sempre trainato com’è dalla eccezionalità teologica e pastorale dell’enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco che sottolinea – si tratta di un concetto base fra i molti espressi – che “il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode”.

Il Messaggio ricorda inoltre, e si tratta di un aspetto molto significativo anche se colpevolmente trascurato dalle forze politiche in altre faccende affaccendate e poco trattato persino in occasione di Expo, come questo 2015 che si sta ormai per chiudere sia stato proclamato dall’Onu “Anno Internazionale del Suolo”. Come dire riconoscimento, al più alto livello internazionale, dell’importanza che il suolo – inteso come substrato vitale: e non dimentichiamoci che l’aggettivo “umano” deriva dal latino humus che significa terreno fertile – riveste per la vita di tutti e dappertutto. Il che testimonia, afferma l’Onu che “il suolo ha una valenza insostituibile in ordine alla produzione di cibo, ma anche per la tutela della biodiversità e per la mitigazione del mutamento climatico”. Ed è un fatto straordinario, per la novità e l’attualità di riferimenti tanto precisi e pertinenti, che Papa Francesco nell’enciclica evidenzi che “si tratta in primo luogo di custodire la fertilità del suolo: occorre condividere e approfondire riflessioni da tempo avviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e le comunità locali di questa responsabilità. La denuncia dell’eccessiva dipendenza della produzione agricola dai prodotti chimici va collocata in una diversa visione del rapporto tra produttori e consumatori; un “nuovo patto” che generi spazi di libertà e responsabilità per entrambi. Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare a produrre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future”.

Concludiamo riportando alcune frasi, che inducono alla riflessione, del grande e famoso pedologo Giuseppe Haussmann. Precursore di questa branca della scienze geologiche e fine umanista, Haussmann nacque a San Pietroburgo (Russia) nel 1906 e morì a Lodi, dove diresse l’Istituto di cerealicoltura che portò a fama internazionale, nel 1980. “A prescindere dal principio di proprietà, – ha scritto – la terra deve essere considerata un bene comune e di conseguenza la collettività deve operare al fine di rendere più efficiente l’integrazione uomo-terra, coltivatore-terra”. Chiama questo principio, con mirabile sintesi che accoppia scienza e idealità di vita, “simbiosi mutualistica”. E, ancora: “l’agricoltura non rappresenta soltanto il fattore primordiale della sussistenza umana, ma anche un fattore fondamentale di sviluppo intellettuale e morale: l’agricoltura, cioè, non è un fatto puramente tecnico ma un fatto di cultura nel senso più ampio del termine. … E’ un settore di pubblica utilità e perciò il coltivatore non può essere lasciato solo di fronte ai suoi problemi”.

Leave a Reply