by Dellacasa&Dellacasa

Mercoledì 16 gennaio, h 16,30, Museo di Scienze Naturali di Calci (Pisa): “Come considerare “risorsa” ciò che per tutti è rifiuto”. Il ruolo insostituibile quanto misconosciuto degli insetti coprofagi, e degli scarabei in particolare, per l’equilibrio ecologico dei suoli.

Un tempo, ma non una vita fa, tra gli appassionati di calcio si era soliti affermare che “la classe non è acqua” a testimoniare che, prima o poi, il campione si ritrova e ne combina di belle, per la sua squadra. Questa metafora ci sembra si attagli molto bene al programma di conferenze che il Museo di Scienze Naturali di Calci, appena fuori Pisa, un’istituzione scientifica di primordine, ha programmato dal prossimo 16 gennaio al 12 maggio in occasione della mostra “Arthropoda” già in pieno svolgimento. Appuntamenti importanti con relatori ovviamente qualificati ma, quel che più conta, è la trattazione di alcuni argomenti al tempo stesso importanti quanto insoliti. Dopo l’apertura del prossimo mercoledì 16 di cui diremo ampiamente, in successione saranno di scena “i ragni e le loro straordinarie caratteristiche”; “nutrirsi e curarsi con gli insetti”: tema accattivante quanto desueto e di attualità; “artropodi e piante”; il purtroppo sempre attuale “la salute delle api”; il criptico “Un laboratorio vivente sulla evoluzione dal mare alle terre emerse: il caso degli isopodi terrestri” e, per finire, il classico “Insetti un microcosmo di biodiversità”.

Ad aprire i battenti la conferenza, il cui titolo emana un grato sentore fra il letterario e l’etnografico che stuzzica la curiosità, “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” … Ovvero come considerare “risorsa” ciò che per tutti è un rifiuto”, a cura di Marco Dellacasa, entomologo, responsabile della sezione di Zoologia degli invertebrati del Museo universitario pisano.
In pratica un excursus sul ruolo fondamentale, ancorché poco conosciuto e sostanzialmente negletto
da noi bipedi stante l’olezzo non propriamente gradevole che sterco ed escrementi vari emanano, che gli insetti coprofagi (che si nutrono di escrementi) e i coleotteri scarabeodi in particolare, svolgono raccogliendo e sotterrando i materiali fecali dando così continuità al ciclo vitale.
“L’alto valore ecologico dei coleotteri coprofagi è diretta conseguenza delle loro attività trofiche (alimentari) e riproduttive. Tali insetti assumono (in particolare) un ruolo determinante nelle praterie in cui rappresentano l’elemento principale delle catene alimentari dei (cosiddetti) detritivori”. Tenuto conto che più della metà delle sostanze organiche ingerite dagli erbivori ritornano al suolo sotto forma di deiezioni non assimilabili, è intuitivo comprendere l’importanza e il ruolo assolto da questi oscuri quanto importanti “aiutanti” del dio Stercuzio (il dio delle fertilità del suolo dei Romani) che, unitamente ad una miriade di microrganismi ed altri insetti, fanno sì che il ciclo della vita – sotto la forma di sostanza organica apportata al terreno – abbia a perpetuarsi. Uomo permettendo, ovviamente. Ma qui cominciano i dolori.

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