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Malgrado le difficoltà congiunturali e il pessimo andamento climatico dello scorso anno, il mercato nazionale delle acque minerali è ulteriormente cresciuto. Nel 2014 la produzione complessiva è infatti salita a 12,5 miliardi di litri, in crescita dell’1,4% sul 2013 per un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro (dati Beverfood).

La produzione (l’Italia è ricchissima di fonti di acque minerali e vanta produzioni di riconosciuta eccellenza) è per lo più destinata al mercato interno che consuma 11,4 miliardi di litri, mediamente 190 litri per abitante/anno. Quanto alle preferenze, primeggiano le acque lisce (66%), seguite dalle frizzanti (18%) e dalle effervescenti naturali (16%). Con il 71% delle vendite, la grande distribuzione è di gran lunga il canale di vendita più significativo.

Per quanto concerne la situazione bresciana, nel complesso poco conosciuta se non dagli addetti ai lavori, per la singolarità delle iniziative e l’indubbio approccio innovativo al mercato dimostrato in queste due occasioni, riportiamo – in quanto le acque minerali sono espressione tipica e caratterizzante del territorio da cui traggono origine – due progetti significativi.

Il primo riguarda l’acqua “Vitasnella”, brand di primaria importanza sul mercato nazionale che nasce a Boario, nel comune di Darfo Boario Terme. Si tratta di un’acqua oligominerale caratterizzata da una trascurabile quantità di sodio e da un equilibrato contenuto di sali minerali, quali calcio e magnesio.

Dal 2000, anno del suo lancio, le vendite sono in costante crescita. E’ preferita in particolare da un pubblico giovane, attento allo sport e alla forma fisica. Nel 2012 è stata acquisita dal gruppo Ferrarelle. Per lanciare ulteriormente il brand, la famosa agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi ha da poco prodotto e messo in circolazione il video “The perfect woman” (la donna perfetta) che, nelle intenzioni dell’agenzia, vuole lanciare, chiaro e forte, il messaggio che “il concetto di bellezza è personale e ogni donna potrà essere sempre bellissima essendo semplicemente se stessa”.

Il secondo progetto fa riferimento all’acqua “Maniva” che nasce dalle viscere dell’omonimo monte. La proprietà fa capo alla società Maniva spa costituita a Bagolino nel 1998 dalla famiglia Foglio. Nel 2003 il gruppo ha allargato la sua presenza sul mercato con i marchi “Baldo”, “Vaia” e “Verna”. E’ attiva anche nel settore delle bibite gassate e delle bibite base tè, sempre con il marchio “Maniva”. Attualmente conta 60 dipendenti e produce 150 milioni di bottiglie per un fatturato di circa 16 milioni di euro.

Allo scopo di promuovere il brand, la società ha deciso di sponsorizzare (fra l’altro fornendogli il materiale necessario per la “costruzione” dell’opera) una performance dell’artista romano Matteo Peretti impegnato nella realizzazione di “Volumes. Water”. L’opera, una sorta di piccolo manufatto, “consta di due parti: da un lato un cubo di due metri composto da 252 cassette Maniva contenenti 1764 bottiglie per un totale di 1.323 litri di acqua minerale, dall’altro, a poca distanza, da un fusto industriale in ferro contenente 55 galloni, ovvero 208 litri di acqua potabile. L’opera – è sottolineato in una nota esplicativa – intende riflettere e far riflettere sull’importanza dell’acqua, elemento fondamentale per la vita. Il cubo composto dalle cassette è equivalente al consumo medio annuale di una famiglia italiana di quattro persone, mentre il fusto contiene un quantitativo d’acqua pari al consumo medio di una famiglia di tre persone nella Repubblica Democratica del Congo. L’opera – è precisato – si colloca nella produzione globale dell’artista per il suo utilizzo di materiali eterogenei tratti dal vivere quotidiano che, decontestualizzati dai propri riferimenti originari e successivamente riassemblati tramite un attento lavoro formale e in chiave talora ironica, creano inedite sinergie in grado di suscitare una più attenta riflessione da parte dello spettatore. Un intento educativo che si propone di interrogare le nostre convinzioni di fondo, per migliorare sia il pensiero individuale che quello collettivo”.

L’opera è stata ammessa alla finale del premio “Arte Laguna 2015” all’Arsenale di Venezia dal 21 marzo al 5 aprile scorso. Verrà poi esposta al’Isola della Certosa in occasione della prossima Biennale di Venezia (9 maggio-22 novembre) e al Museo PAA di Napoli (6 luglio-3 agosto 2015) in occasione della retrospettiva dedicata all’artista. Matteo Peretti, nato a Roma nel 1975, ha al suo attivo già numerose opere che l’hanno portato all’attenzione di critica e pubblico internazionale.

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