FUMETTO DIDATTICO “CAPITAN AMBIENTE” DI REGIONE LAZIO

da: Roma-Repubblica.it

Fra i primi in assoluto ad intervenire, i pescatori della marineria di Fiumicino in sole tre settimane di raccolta sperimentale hanno “catturato” la prima tonnellata di rifiuti. L’adesione delle scuole e l’ausilio del fumetto didattico Capitan Ambiente, realizzato e distribuito dalla Regione Lazio

la recente approvazione (lo scorso 5 aprile) da parte del Consiglio dei ministri della cosiddetta legge “Salvamare”, su proposta del ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha finalmente battuto un colpo significativo, consente, fra l’altro, il recupero dei rifiuti raccolti nel mare e di poterli sbarcare a terra in sicurezza e legalmente. Pratica, questa, fino a pochi giorni fa, proibitissima. E grave il reato penale ad esso connesso: trasporto illegale di rifiuti con annessi ad libitum.

La sperimentazione messa in atto da Corepla (Consorzio per il recupero delle materie plastiche) e Arpa Lazio (il braccio operativo, sul piano ambientale, della Regione) hanno coinvolto 12 pescherecci che hanno operato da Capo Linaro a Capo D’Anzio, per una distanza pari a 64 miglia marine. In sole 4 settimane è stata raccolta una tonnellata di rifiuti letteralmente pescati ad una distanza compresa tra 3 e 14 miglia dalla costa e dai 16 ai 120 metri di fondale. La cernita dei materiali salpati costituisce una piccola enciclopedia dell’inciviltà e della sciatteria: 22% tubi di gomma, 17% film in plastica, 16% reti da pesca e da cantiere, 15% bottiglie in plastica, 14% stracci e corde in canapa e 16% altro: acciaio, materiale organico, tetrapak, alluminio. Dopo questa primissima fase, l’attività di fishing for litter sarà estesa a breve a tutta la flotta di Fiumicino e a quella del porto di Civitavecchia, dove è già stato posizionato un cassone scarrabile per permettere ai pescatori di depositare i rifiuti raccolti.

Significativa, in occasione della presentazione pubblica dell’iniziativa, la partecipazione di alcune classi della Scuola elementare “Giovan Battista Grassi” di Fiumicino che hanno partecipato a laboratori didattici sul tema del riciclo e della raccolta differenziata. Durante la giornata sono stati distribuiti il fumetto di “Capitan Ambiente”, realizzato dalla Regione Lazio, e gadget in plastica prodotti da plastica riciclata. “Siamo la prima regione italiana – ha sottolineato l’assessore regionale Massimiliano Valeriani – ad avviare questo progetto su larga scala che nelle prossime settimane verrà esteso a tutta la flotta di Fiumicino e di Civitavecchia per arrivare fino al porto di Gaeta e gli importanti risultati conseguiti in poco tempo evidenziano il valore di questa iniziativa”.

la presenza di detriti galleggianti nelle acque marine – riprendiamo concetti espressi da un esperto del settore, Stefano Aliani dell’ Istituto di Scienze Marine (Ismar) del CNR – è segnalata e conosciuta praticamente da sempre. Ma a galleggiare, un tempo, erano per lo più “testimoni naturali di paesi lontani ed esotici, mentre negli ultimi anni al legno, alle piante e alla pietra pomice che hanno sempre abitato la superficie degli oceani si sono aggiunti i polimeri sintetici”, alias le cosiddette plastiche. Come dire le matrici, nell’accezione letterale dell’espressione, sia delle macro che delle microplastiche che concorrono, purtroppo e in misura crescente, a rendere i mari vere e proprie “plastic soups” (“zuppe di plastica”). Il termine “plastic soup” è stato coniato nel 1997 dal comandante Charles J. Moore per denominare una enorme concentrazione di plastica scoperta casualmente navigando nel Pacifico. E la parola “zuppa”, va al pari sottolineato, ci ricorda che i polimeri sintetici sbriciolati dal tempo e dall’ambiente salino entrano nella catena alimentare e prima o poi arrivano sulle nostre tavole con le carni dei pesci, con effetti a dir poco spiacevoli per la nostra salute. Il termine “microplastiche”, dall’inglese “microplastic”, è stato a sua volta coniato, nei primi anni ’90 del secolo scorso, dall’ornitologo Peter Ryan e poi diffuso da Richard Thompson che nel 2004, in un articolo sull’importante rivista Science, ha con questo termine definito i frammenti visibili solo al microscopio in quanto di dimensioni inferiori ai 5 millimetri.

I dati raccolti nel 2018 da Goletta Verde di Legambiente sui rifiuti galleggianti e quelli spiaggiati evidenziano che gli oggetti in plastica sono mediamente il 92%, con un’incidenza dei cosiddetti “usa e getta” pari al 37% del totale. Nel corso dell’indagine “Beach litter 2018” estesa a 78 spiagge italiane sono stati recuperati oltre 48.000 rifiuti, il che corrisponde alla media di 620 rifiuti raccolti ogni 100 metri lineari di spiaggia campionata. Come dire 6,2 rifiuti per ogni metro quadro di spiaggia: e ben l’80% sono di plastica.

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