E’ piena estate  e per chi lo desideri è più facile che non in altre stagioni ascoltare, e magari deliziarsene, il canto di diversi uccelli: tanto per dire il merlo, elegante anche quando canta; il fringuello ciarliero e un poco pettegolo, entrambi ben presenti anche in città; il riservato usignolo serotino e notturno che induce alla riflessione anche malinconica o le  allodole  – purtroppo sempre meno frequenti – che inneggiano al sole estivo inebriate dal suo calore e dalla luce piena cantando a squarciagola mentre, quasi ferme nell’aria tremula per il caldo, fanno lo “ spirito santo “ con gorgheggi strabilianti, gli stessi che ammaliarono San Francesco che tanto le amava. E non è un caso che la tradizione cristiana consideri l’allodola annunciatrice della Risurrezione.  Non pochi musicofili ritengono che i suoni della natura costituiscono la fonte primaria della musica. E come dar loro torto – per comprenderlo non occorre certo essere degli esperti, basta un pizzico di sensibilità e la voglia di ascoltare, e capire, quanto  esprimono queste “ controfigure degli angeli “come ebbe a definirli il ben noto compositore Olivier Messiaen, loro grande e riconosciuto cantore – quando si ha la ventura di ascoltare veri e propri concerti con i “ coristi con le ali “ fra le fronde o volteggianti nel cielo?

Può essere che anche il semplice orecchiante, tipo chi scrive, abbia la possibilità (per il vero un pochino va anche cercata) di ascoltare note ispirate dal canto degli uccelli, i cosiddetti “ usignoli musicali “. In questo caso l’organo, probabilmente, rappresenta lo strumento più indicato. Un piccolo esempio, a testimonianza dell’emozione suscitata in chi scrive  dall’ascolto de il “ Ballarino “ di Fabritio Caroso (1527 – 1605), una composizione stupenda di suo  resa ancora più suggestiva dall’organo di Giuseppe Bonatti (1713) allocato nel Santuario di S. Maria in Valverde a Rezzato, alle porte della città di Brescia, capace di emettere suoni e gorgheggi per così dire “ ornitologici “ d’impatto veramente strabiliante. A detta di competenti, fra altri, chi desideri ascoltare musica ispirata agli e dagli uccelli – “ i primi viventi capaci di lode musicale “: sono parole di Messiaen – si accosti oltre agli ovvi Mozart e Vivaldi ai meno conosciuti Hahn, Bazzini, Carnevali e Gounod.

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