Ulivo millenario n.ro 8, Giardino di ulivi del Getsemani, Gerusalemme

foto: Custodia di Terra Santa, Gerusalemme

 

PER UNA PICCOLA PAUSA ESTIVA DI CONOSCENZA E RIFLESSIONE

 

E’ tempo di estate piena, di sole e gite all’aria aperta e, per molti se non per tutti, di vacanze. E, forse, almeno per qualcuno, è anche tempo di riflessione.

Nel nostro piccolo cerchiamo di assecondare questo desiderio per lo meno di conoscenza, accompagnando il lettore in una breve digressione fra alcune piante presenti nella Bibbia – il grande Codice della civiltà occidentale come non  si stanca mai di ripetere ed evidenziare il cardinale Gianfranco Ravasi, uno dei maggiori biblisti viventi – accompagnati da frate (ofm, Frati Minori Francescani) Frédéric Manns dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.

Si parte dalla premessa che i frutti prodotti nella Terra Promessa ad Israele sono abbondanti in quanto è terra ricca “di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni, terra di ulivi, di olio e di miele”. (Dt 8,8).

Per primo incontriamo l’ulivo il cui simbolismo è particolarmente ricco. Va osservato che il suo frutto, l’oliva, è cibo, e anche buono. Schiacciate che siano con grandi pietre (la cosiddetta molitura) le olive danno l’olio da cui si può ottenere anche un pregiato profumo. E’ testimoniato più volte, questo aspetto, nel Cantico dei Cantici, il più sensuale degli scritti biblici, testo di altissimo valore letterario a prescindere dalle valutazioni religiose. L’olivo è segno di benedizione: lo affermano il Deuteronomio e il profeta Geremia. E’ anche simbolo di salvezza. Da parte sua l’olio è simbolo di protezione (basti pensare all’uso che se ne fa nella somministrazione dei Sacramenti) e prosperità. E richiama anche alla sapienza, all’amore e alla fraternità. E, ancora, il profeta Zaccaria parla di due ulivi che danno olio alle 7 lampade del Tempio” di Gerusalemme. Ma cosa rappresentano questi due ulivi?: “il primo è il re e il secondo è il sacerdote che devono illuminare, portare la luce al popolo. L’unto per eccellenza è il Messia, per questo chiamato  l’ Unto del Signore”

La seconda pianta che incontriamo in questa breve passeggiata nell’ideale giardino verde biblico, è il melograno che viene menzionato per la prima volta quando Mosè manda due spie nella terra di Canaan. Simbolo di fertilità e di bellezza, viene citato  più volte anche nel Cantico dei Cantici dove lo sposo viene paragonato per l’appunto al melograno. “Il sommo sacerdote – sono tutte citazioni riprese da un video di fr. Frédéric Manns: www.assisiofm.it – il sommo sacerdote portava un mantello blu e in basso c’erano 70 piccole campanelle e ad ogni campanella c’era un piccolo melograno”. Significativa la presenza, nel Tempio di Salomone, di due capitelli  a forma di melograno a sorreggere due colonne. Nel giudaismo il melograno è simbolo di onestà. Importante, infine, sottolineare che, secondo la tradizione giudaica, “nel frutto sono presenti 613 semi che corrispondono esattamente al numero dei precetti che ci sono nel giudaismo”.

Concludiamo questo breve excursus con la vigna che, secondo la tradizione rabbinica, deriva da Noè, da lui salvata dal diluvio universale. Era considerato l’albero della vita che si trovava nel paradiso. “La vigna è un simbolo messianico. I testi dicono che quando verrà il Messia ci sarà abbondanza di vino”.

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