Una faccia delle tante dell’antiscientismo italico

Alla fin fine c’è voluto, purtroppo, ancora una volta, l’intervento della magistratura per porre, dopo i tentennamenti  e le manchevolezze della politica e della classe dirigente sanitaria che tale non si è dimostrata,  un argine alla deriva No wax.

Non vogliamo entrare nel merito dei distinguo e delle mille alchimie politiche e partitiche di chi ha cinicamente cavalcato e cavalca le motivazioni degli aderenti al movimento No wax: desideriamo solo sottolineare due aspetti che, a nostro avviso, sono dirimenti e ineludibili. In assoluto il primo, che attiene al sacrosanto, e costituzionalmente  asserito, diritto/dovere di tutela e salvaguardia della salute sia della collettività che del singolo. E fin qui non dovrebbero, in teoria, esserci problemi.

Disegno di Altan da L’espresso

Il secondo punto afferisce, crediamo, ad un aspetto che nel nostro Paese sta emergendo con fin troppa virulenza intensità e diffusione: è l’antiscientismo sempre più diffuso. Come dire –  e fa impressione solo pensarlo tenuto conto che viviamo in un momento storico letteralmente “ ribaltato “ dal procedere incessante delle nuove tecnologie informatiche che, investendo la tecnologia nel suo insieme, condizionano pesantemente  la quotidianità  – che un numero crescente di persone – ovviamente con lo smartphone in tasca e l’occhio perennemente connesso alla rete per carpire le grida e i sussurri di chi la pensa come loro e mai per confrontarsi serenamente: costerebbe troppo in termini di studio e di impegno – rifiuta l’approccio scientifico, inteso come razionale, ad un gran numero di tematiche. Dal no alle vaccinazioni paventando un presunto – e non dimostrato e, al momento, non dimostrabile – collegamento tra la pratica vaccinale e l’insorgenza di malattie come l’autismo, o, sono solo esempi, l’opposizione per partito preso a qualsivoglia messa in attività di  impianti di  trattamento dei rifiuti (intesi come fonti di materie prime secondarie), al tentativo di eradicare malattie devastanti come la  xylella dell’olivo che necessitano di interventi drasticamente dolorosi o la gestione di attività industriali difficili ed impattanti, ma non per questo meno necessarie. Ma cosa si può pretendere in un paese dove crescono come i funghi, anche in periodi di siccità acuta, cartomanti veggenti vari e ciarlatani anche di fama (ogni riferimento al caso Stamina e a Vannoni è del tutto voluto) e  prosperano a gogò e, di contro,  le cattedre di matematica nelle scuole medie e superiori molto spesso sono vuote come le occhiaie dei teschi? E cosa dire di un Paese in cui la magistratura indaga una scienziata di fama mondiale, senza che il pm l’abbia mai interrogata, con l’accusa infamante e spaventosa di aver “ trafficato “ con i virus? Diciamo che è un Paese, in certe sue parti, retrogrado e oscurantista, più vicino al medioevo delle streghe e delle fattucchiere che alla scienza che, in quanto tale, si mette sempre e per definizione in discussione. Provando e riprovando. Come non piace ai No wax.

 

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