foto: da corriereditaranto.it

Arrivano le prime multe, ma la deterrenza funziona. In pochi giorni richieste di informazioni da 83 comuni da tutta Italia

Spiace dirlo ma con le buone maniere, quelle metaforiche della mano di ferro nel guanto di velluto, spesso si ottiene se non tutto molto. E’ quanto sta accadendo a Malnate, cittadina del Varesotto, assurta agli onori della cronaca un anno e mezzo fa allorché il Comune decise di procedere al censimento del Dna dei cani iscritti all’anagrafe canina per mezzo del prelievo, effettuato gratuitamente da medici veterinari convenzionati, di un semplice ed innocuo tampone salivare. Innovativo ed insolito il motivo della schedatura: la costituzione di un data base che consenta l’identificazione del proprietario del cane i cui bisogni (escrementi, deiezioni o cacca che siano, a seconda di come li vogliamo definire) non siano stati raccolti e lordino quindi le strade comunali. Una misura di decoro urbano, e un poco anche di tutela della salute pubblica, che è nell’interesse di tutti e in particolare di quei padroni che al loro beniamino vogliono veramente bene.

Dopo la messa a punto del sistema soprattutto per quanto riguarda la conservazione dei campioni, le guardie ecozoofile volontarie dell’Oipa in questi ultimi tempi sono entrate in azione raccogliendo, sulle pubbliche vie, una quarantina di campioni rigorosamente “anonimi”. Sottoposti ad esami di laboratorio, da nove dei primi 12 campioni analizzati è stato possibile estrarre il Dna e sono state riscontrate 7 corrispondenze. Più prosaicamente sono stati identificati 7 cani e quindi sette proprietari non propriamente educati, poi sanzionati dal Comune con una multa di 75 euro “per abbandono di deiezioni canine”. In municipio si dicono soddisfatti per questi primi risultati e sottolineano che a prescindere dalle multe l’effetto deterrente è stato notevole e la cittadinanza ha gradito: del resto solo 28 cani su 2.156 non sono stati sottoposti al tampone salivare.

Forse è stata trovata la strada per risolvere l’annoso problema delle cacche
sparse un poco ovunque e anche nei centri storici d’interesse turistico. L’esperimento di Malnate ha destato molto interesse, sottolineato da ben 83 richieste di informazioni inviate al comune varesino da altrettanti comuni italiani da nord a sud. Un segno, una volta tanto, di buona educazione.

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