IL FASCINO DEI LUPI RITORNATI “CON LE LORO ZAMPE” SULLE ALPI CON LE PAROLE DI GIUSEPPE FESTA, CHE LI CONOSCE LI STUDIA E LI PROTEGGE, E NELLE ILLUSTRAZIONI, SOFFUSE DI ROMANTICO STUPORE E AMMIRAZIONE, DELLA DISEGNATRICE MARIACHIARA DI GIORGIO, AVVINCE IL LETTORE E SFATANO IL MITO DEL “LUPO CATTIVO”. NON E’ NE’ BUONO NE’ CATTIVO, MA SOLO UN PREDATORE AI VERTICI DELLA CATENA ALIMENTARE CHE SVOLGE IL RUOLO FONDAMENTALE DI REGOLATORE ECOLOGICO.

Dal mese di settembre 2013 alla fine dello scorso mese di maggio il progetto comunitario Life Wolfalps ha perseguito con impegno la mission istitutiva di conservare e gestire nel lungo termine le popolazioni alpine del lupo italiano. Aspetto fondamentale del progetto la convivenza – non facile per definizione e non di rado contrastata anche a causa di motivazioni culturali e psicologiche ancestrali – fra lupo e uomini che coinvolgono in particolare l’allevamento del bestiame (ovino in primis ed anche bovino). In Italia sono state individuate sette aree chiave dove sono state svolte molte attività di monitoraggio per la prevenzione sia degli attacchi da parte dei predatori che l’esercizio del bracconaggio, una vera e propria piaga, questa, che continua a sanguinare. E’ stato inoltre oggetto di studi approfonditi, anche in laboratorio, l’ibridazione fra lupo selvatico e cani rinselvatichiti che può minare alla base il patrimonio genetico originario del lupo italico producendo ibridi che non sono né cani né lupi.

Il progetto, per ovvie ragioni tenuto conto che si prefigge il ritorno del lupo in ambienti comunque antropizzati ancorché meno di un tempo causa lo spopolamento di vaste aree e il progressivo estendersi dei boschi, ha fin da subito puntato molto su quella che viene ormai chiamata la comunicazione o la narrazione come amano definirla i politici. Una necessità imprescindibile, quella di informare, e soprattutto coinvolgere, il “popolo delle montagne” sui molti aspetti positivi che la presenza del lupo significa e testimonia per l’ambiente. Senza dimenticare i consigli, d’ordine pratico e comportamentale, per contenere i possibili danni da predazioni ovviamente dannose attivando opportune azioni di contrasto sia attive che passive (il pagamento dei danni da parte di enti pubblici a ciò abilitati).

Date le premesse non stupisce che il 25 novembre 2016 a Trento – per iniziativa congiunta di TrentoSpettacoli e dell’ormai iconico Muse – sia andato in scena lo spettacolo (replicato sempre con grande successo) “Rendez-Vouz 2200”, drammaturgia di Maura Pettorusso e regia di Lorenzo Marangoni, per l’appunto dedicato al lupo e alle sue molte qualità.Trasparente il tentativo, con questa eclatante iniziativa e molte altre per così dire tradizionali, di restituire al lupo la dignità di predatore all’apice della catena alimentare e di regolatore degli equilibri ecologici che gli compete, sfrondando quanto di negativo, per non dire di orrido, la cultura popolare ha sedimentato sul conto di questo splendido animale.

Questa lunga premessa ci serve per inquadrare il contesto moderno ed innovativo in cui è stato concepito, e quindi travalica la pura e semplice recensione, del libro “Lupinella. La vita di una lupa nei boschi delle Alpi” di cui Giuseppe Festa è l’accorto ed esperto autore e Mariachiara Di Giorgio la raffinata e appassionata illustratrice. Di riguardo, come si diceva una volta, la casa editrice, Editoriale Scienza di Trieste, specializzata in edizioni scientifiche per bambini e ragazzi. Ma, secondo noi, per la chiarezza espositiva, la facilità di lettura e il sostrato di conoscenze tecnico-scientifiche che la “lupologa” – al secolo Francesca Marucco che ha fatto parte del team sul campo di WolfAlps – semina nei riquadri posizionati ad hoc, merita molta attenzione e considerazione da parte di adulti con occhi e speranze da bambini in quanto l’argomento è trattato con rigore scientifico, non si sottrae alle problematiche di vicinanza uomo/lupo e, qua e là, un soffio di afflato poetico – soprattutto nelle illustrazioni – rincuora e induce a pensieri positivi. Un esempio?, diremmo didascalico nell’accezione bella del termine, dalle parole della “lupologa”: “Tutto ciò che non si conosce si teme, e tutto ciò che si teme lo si vuole distruggere. Sono sicura che anche tu, se cercherai di comprendere a fondo la natura, la amerai quanto la amo io. Solo così potrà essere salvata e custodita. Anche grazie a te”.

La storia è ovviamente semplice, ma non banale. Lupinella, figlia di mamma Brina e papà Bosco, impara presto che nessun posto è sicuro se ci sono degli uomini in giro e viene allevata ed istruita con le cure e le attenzioni che i lupi sono soliti dedicare alla prole. Il calendario scandisce le fasi della crescita e i diversi passaggi sono spiegati con parole semplici e concetti essenziali. Basilare quello che anche il lupo, come tutti i predatori, non è cattivo ma, essendo carnivoro, svolge con impegno e molto spesso superando grandi difficoltà il suo ruolo di selezionatore naturale. Come sempre accade in natura le sue prede privilegiate sono gli esemplari malati o con difetti fisici o semplicemente vecchi. Non uccide per il gusto di uccidere, ma per sfamarsi e sfamare i propri piccoli secondo gerarchie ben precise che, nel branco, privilegiano gli adulti/genitori/cacciatori.Le prede tipiche sono costituite dagli ungulati: caprioli, camosci, cervi, cinghiali e, purtroppo, anche pecore, capre e vitelli: in questo caso i danni possono risultare anche gravi. Premesso che un bosco dove c’è il lupo, secondo un vecchio detto, è un bosco sano, i pericoli maggiori ai quali è soggetto sono di natura antropica (investimenti automobilistici e, peggio del peggio, bocconi avvelenati, tagliole e trappole varie dei bracconieri), ovviamente le malattie, le valanghe di neve e, quando il territorio non basta per tutti, da aggressioni di altri branchi. Il lupo è, infatti, un animale molto territoriale e non ammette intrusioni nel suo territorio che “marca” di continuo con urina e feci.

Lupinella. La vita di una lupa nei boschi delle Alpi.
Editoriale Scienza,Trieste, 2018. pagine 64, euro 11,90. Età: da 7 anni

Autore: Giuseppe Festa, laurea in Scienze naturali, si occupa di educazione ambientale. Appassionato musicista è anche cantante. Protagonista del premiato docu-film “Oltre la frontiera”, collabora con la RAI con reportage naturalistici. Fra altre opere, da Salani, ha pubblicato, nel 2016, “La luna è dei lupi”.

Supervisore scientifico: la “lupologa” Francesca Marucco del team Life Wolfalps

Illustrazioni: Mariachiara Di Giorgio, romana, classe 1983, studi presso l’Istituto Europeo di Design, Ied. Già da studentessa ha disegnato, come fumettista, per la Fao. Quest’anno, “Professione coccodrillo” ha vinto l’importante Premio Andersen 2018 per il miglior libro senza parole -Topipittori editore. Lavora per primarie editrici quali Laterza, DeAgostini, Mondadori, Einaudi.

AGGIORNAMENTO DELLA ATTUALE PRESENZA DEL LUPO IN ITALIA

Specie protetta dagli anni Settanta del Novecento, i lupi presenti nel territorio nazionale, eccezion fatta per alcuni recenti “arrivi” del tutto naturali dalla confinante Slovenia, sono costituiti dai discendenti diretti dei lupi sopravvissuti all’estinzione in un’area ristretta dell’Appennino centro-meridionale. Oggi la presenza è documentata – dati del III Rapporto Direttiva Habitat – in circa un quarto del territorio nazionale. Significativa in questi ultimi tempi la segnalazione anche in ambienti di pianura caratterizzati da una maggiore presenza antropica: è, questo, un aspetto che andrà monitorato e valutato con la dovuta attenzione. Risulta interessato tutto l’arco Appenninico, le Alpi occidentali e, più recentemente, anche quelle Orientali.
In base ai dati del campionamento 2017/2018: nelle Alpi presenza di 47 branchi, 6 coppie e 1 individuo solitario per un numero complessivo minimo di 293 individui (dati WolfAlps). Una stima non sottoposta a verifica, indica per l’intero territorio 1580 animali; una seconda, sempre da verificare, va da un minimo di 1269 a un massimo di 1800 esemplari. Alla luce di questi numeri ormai importanti, Ispra è stato incaricato di provvedere al censimento nazionale, di monitorare i casi di ibridazione cane domestico/lupo e di accertare la diffusione e i danni provocati dalle predazioni di animali domestici per addivenire alla messa in opera di efficaci strumenti e strategie di prevenzione degli attacchi.

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