Laura Niola, Cavolo nel polmone, 2018

L’intrigante e insolito percorso artistico “Il Nutrimento” ha accompagnato i clienti dello store “Gourmet Sapori e Dintorni” di Conad di via Alabrdieri a Napoli. E’ stato un invito a riflettere fra scaffali e delikatessen accompagnati da “messaggi” artistici anche inconsueti ma pieni di significato. Inquietante la scultura “Cavolo nel polmone” di Laura Niola, fusa nel 2018 e quindi ben prima della pandemia, che rimanda immediatamente alla devastante presenza del Covid.

Accade di rado ma quando capita è cosa bella e giusta, ed è quindi doveroso segnalarla. Sveliamo subito il piccolo arcano, premettendo che al momento in cui scriviamo probabilmente il piccolo quanto insolito ed intrigante percorso artistico “Il nutrimento” (che ha accompagnato in questi ultimi tempi i clienti del ‘Gourmet Sapori e Dintorni di Conad – in via Alabardieri a Napoli) intenti ai propri acquisti poco importa se di delikatessen sfiziose o di beni primari. L’aspetto insolito – a prescindere, secondo noi, da ogni ogni altra considerazione d’ordine prettamente artistico che in questo caso non interessa – “la cosa buona e giusta” consiste nel fatto che in un ambiente per definizione altro rispetto alle considerazioni di carattere culturale qual è un punto di vendita a libero asporto, un gallerista al quale evidentemente non difetta la voglia di provare strade nuove, Luigi Solito, coadiuvato dalla curatrice d’arte Carla Travierso, con l’ovvia e tuttaltro che scontata collaborazione del responsabile commerciale hanno inteso proporre fra scaffali, lucentezze e suggestioni alimentari le più varie un invito a riflettere sull’arte che può accompagnarci anche in contesti che a prima vista possono essere, o sembrare lontani e a lei estranei. Un invito a soffermarsi, in tempi difficili che tutti conosciamo, sulla necessità del nutrimento non solo del corpo ma anche dell’anima o di quanto di spirituale e/o immateriale – ma non per questo meno indispensabile del “cibo solido” – che ognuno di noi porta dentro di sè.

All’ingresso l’installazione fotografica di Francesca Matarazzo a grandi lettere declama, a mo’ di saluto, icasticamente, e per molti può essere un pugno allo stomaco, che “l’Arte va mangiata consumata divorata” mentre la grande installazione, di sicuro effetto e d’impronta presepiale, “Maternità consumata” della scultrice e scenografa Laura Niola rimanda immediatamente ai drammi della povertà, della maternità non assistita, ai diritti negati. L’opera che più colpisce – difficile da interpretare e anche angosciante in quanto il “cavolo” che raffigura il polmone sinistro rimanda immediatamente all’immagine di un polmone umano distrutto dalla polmonite interstiziale indotta dal maledetto Covid – è per l’appunto la scultura “Cavolo nel polmone” di Laura Niola: una fusione definita “antroporganica” in alluminio e ottone che l’artista Laura Niola ha prodotto nel 2018 nel solco del ciclo “Signatura rerum”. Un segno inquietante, di non facile comprensione almeno per chi scrive che non è un esperto di cose d’arte, ma è anche un ulteriore segno che gli artisti sanno percepire in anticipo (la scultura è datata 2018), e spesso tradurre in opere, per così dire odori, profumi e sensazioni che a volte vengono individuati soltanto ricorrendo ai metodi della scienza e non dalla percezione sensoriale di noi comuni mortali. In esposizione opere anche di Cristian Leperino, Ryan Mendoza e Maurizio Salvini.
Per correttezza, segnaliamo che la notizia è stata ripresa da italiafruitnews.it.

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