foto: efanews.eu

Dal matrimonio fra le pere scelte e zuccherine del Consorzio Opera e la storica ditta “Monari Federzoni 1912 spa” è nato un Aceto di Pere innovativo e di qualità che ben si adatta a dare un tocco insolito anche ai piatti di tutti i giorni

Un vecchio adagio popolare, classista e persin becero quanto indicativo della bontà di questo frutto, recita: “non dire al villan quant’è buono il cacio con le pere” … Come dire che certe conoscenze è meglio tenerle riservate e gustarsele per così dire in santa pace o in lieta compagnia. A prescindere da considerazioni ormai fortunatamente ridotte al rango di curiosità, veniamo ai fatti che ci dicono, purtroppo, che la pericoltura, uno dei vanti assoluti della frutticoltura italiana per qualità e quantità, si trova a combattere una grande crisi. Scelte agronomiche sbagliate o non più rispondenti alle mutate esigenze colturali e/o climatiche e l’autentica devastazione causata da fitopatie quali la terribile cimice asiatica e l’infezione fungina che provoca la cosiddetta maculatura bruna sono le principali concause che stanno mettendo in gravissima difficoltà il settore. Per fortuna non manca uno zoccolo duro di operatori – quella della pericoltura è una vera e propria filiera che ha nella Romagna la sua culla più prestigiosa purtroppo ormai segnata dagli spiantamenti- come usa dire resilienti che cercano e percorrono strade anche nuove.

Punto di riferimento ineludibile per il settore è il Consorzio Opera, l’unica organizzazione di frutticoltori specializzata nella coltivazione delle pere. Una realtà complessa ed importante anche sotto il profilo sociale: 1.000 soci frutticoltori di Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna; Forlì-Cesena e Ravenna; più di 5.000 ettari di pereti su cui vigilano 50 tecnici agronomi. Negli otto centri di selezione e di confezionamento dislocati in zone strategicamente vicine ai luoghi di produzione lavorano 1.500 addetti, mentre la raccolta dà lavoro a 15.000 persone. Per queste e altre “buonissimissime ragioni” – è lo slogan molto azzeccato che accompagna la pubblicità del Consorzio – è del tutto augurabile e sperabile che l’ente riesca a ridare nuova vitalità al settore.

Qualche segnale positivo si comincia ad intravvedere e uno, di suo assolutamente innovativo, è già realtà da qualche settimana. Si tratta di una vera e propria specialità gastronomica: l’Aceto di Pere Non Filtrato prodotto dalla famosa ditta Monari Federzoni in sinergia con il Consorzio Opera che fornisce in esclusiva le pere. Monari e Federzoni 1912 spa di Solara (Modena), una ragione sociale lunga come la storia di questa ditta, storica produttrice di Aceto Balsamico di Modena Igp, che ancora oggi nobilita i mosti ottenuti dai 100 ettari di vigneti che contornano l’azienda, è specializzata in condimenti e bevande (300 referenze) commercializzate in ben 60 Paesi.

Dalla volontà di entrambe le realtà di diversificare le produzioni e “muovere” il mercato è nato questo “Aceto di Pere Non Filtrato”, di categoria “Premium” come dicono quelli che masticano il marketing dell’agroalimentare: non a caso è stato inserito nella linea produttiva “Gli Artigianali”. E’ ottenuto dalla fermentazione controllata di una purea di pere scelte fra le varietà a maggiore contenuto zuccherino.Il profumo è fruttato – proprio per preservarlo non si procede alla filtratura – l’acidità contenuta, delicato il sapore. Come da detto antico è consigliato per insalate con formaggi, frutta secca e miele ed è suadente e convincente accostato a piatti a base di maiale e tacchino. In altre parole un’opportunità in più per valorizzare anche piatti di ogni giorno con un tocco di gusto e di originalità.

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