Foto: Giornale di Brescia

A scopo benefico, la rinomata ditta Andrini Marmellate di Gottolengo (BS) propone una diversa versione della sua celebre Cotognata secondo la ricetta che l’allora giovane seminarista Giovanni Battista Montini, nel 1917, spedì ad un amico seguendo le istruzioni della zia paterna.

La cotognata è una dolce delizia quasi dimenticata che ben accompagna i bolliti tradizionali e i formaggi. A rinverdirne i fasti, anche allo scopo di introitare fondi per importanti lavori in corso all’oratorio di Manerbio, importante centro della pianura bresciana, la locale parrocchia ha avuto la brillante e insolita idea di proporre alla ditta Andrini Marmellate, che della sua cotognata bresciana di settecentesca memoria porta vanto, di produrne un’altra versione, che non è fuori luogo definire storica:”La Cotognata di Paolo VI”. La ricetta utilizzata è infatti quella trascritta, il 15 settembre 1917, secondo le istruzioni della zia paterna, dall’allora seminarista Giovanni Battista Montini che la inviò a Teresa Menna, sorella di Domenico Agostino Menna, suo compagno di studi, in seguito vescovo a Mantova.
Queste le istruzioni: “lavare le mele che si vogliono adoperare, e disporle poi in un paiolo, coperte d’acqua: Si fa bollire per pochi minuti, indi levate dall’acqua le mele si sbucciano e si sfettano. L’acqua avanzata dalla bollitura, le bucce, i torsoli non guasti si levano dal paiolo e si conservano … (in seguito) … alle mele sfettate e messe in un altro paiolo si unisce etg. 8 di zucchero per ogni kg. di mele, con circa mezzo litro d’acqua complessivamente. Tutto questo si mette a fuoco non forte facendo bollire per parecchie ore (quattro o cinque) continuando a rimestare. Il paiolo dovrà avere un fondo resistente. La cotognata è pronta allorché la massa è divenuta color castagna densa e uniforma. A metà cottura si potrà aggiungere un po’ di corteccia di limone. Quando la cotognata è pronta si estrae e si distende su piatti: raffreddata si taglia in forme rettangolari che involte in carta oleata si conservano a lungo. Per rimestare sarà bene usare un cucchiaio di legno”.
La nuova versione – illustrata dal benefico motto “Mi sta a cuore l’Oratorio” – è confezionata nell’iconica scatola di legno, must della ditta produttrice.

N.B. Ricetta tratta da un articolo di Umberto Scotuzzi, Giornale di Brescia

Per info ed offerte https://www.parrocchiadimanerbio.com

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