Foto Fem: Estrazione di materiale biologico dai ghiacciai

Riconosciuto Centro di eccellenza, Fondazione FEM di San Michele all’Adige (Trento), con Cristiano Vernesi è leader di una nuova rete europea di ricerca costituita per valorizzare la genetica e la genomica nell’ambito della conservazione della biodiversità. Tecniche d’avanguardia incentrate sulla cosiddetta “genetica di conservazione”.

“G-BiKE” è una nuova rete europea di ricerca che intende valorizzare la genetica e la genomica nell’ambito della conservazione della biodiversità. Il nuovo network europeo, inserito nel programma Horizon 2020 COST, riunitosi per la prima volta a fine marzo a Bruxelles, ha chiamato alla carica di chair (coordinatore) e rappresentante scientifico Cristiano Vernesi, ricercatore di FEM – Fondazione Edmund Mach che ha sede a San Michele all’Adige (Trento).

Ricercatore di grande esperienza sul campo, Cristiano Vernesi – 50 anni, laurea in Scienze biologiche e dottorato di ricerca in Antropologia molecolare – nel Centro Ricerca e Innovazione di Fem studia la ricostruzione degli scenari evolutivi mediante l’uso di strumenti molecolari allo scopo di accertare, se esistono, le correlazioni fra tre livelli di biodiversità: genica, di specie e di ecosistemi. Studi molto complessi e tecniche altrettanto raffinate che possiamo riassumere nella cosiddetta “genetica di conservazione”, cioè “l’analisi della diversità genetica/genomica e del differenziamento in popolazioni naturali, principalmente di vertebrati degli ecosistemi montani”. Inoltre “estrazione e tipizzazione del DNA da reperti antichi per lo studio di processi quali estinzioni locali, domesticazione ed ibridazione e identificazione tassonomica per via molecolare a partire da campioni ambientali” (ad esempio carote di ghiaccio”).
La sfida principale – viene sottolineato in una nota – è promuovere l’uso di queste scienze biologiche come strumento standard nel monitoraggio e nella gestione di specie vegetali e animali per garantire la loro persistenza e assicurare di conseguenza la continua disponibilità di servizi ecosistemici, anche alla luce degli impatti del cambiamento climatico.

“G-BiKE”, acronimo di Genomic Biodiversity Knowledge for Ecosystems Resilient, è promosso nell’ambito del programma COST (European Cooperation in Science and Tecnhology), all’interno di Horizon 2020. Come il telaio di una bicicletta, il network intende unire due “ruote”: da un lato gli scienziati, che rispondono a questioni scientifiche usando strumenti come genomica e genetica, e dall’altro professionisti e stakeholders. Lo scopo principale è quindi “pedalare” insieme per stabilire il ruolo della genetica nella gestione dei sistemi naturali e nella loro capacità evolutiva e sviluppare strumenti standard per il monitoraggio, da implementare nella politiche locali ed europee.
La Fondazione Edmund Mach, per mezzo del Centro Ricerca e Innovazione, si occupa di diversi progetti che prevedono l’uso della genetica per la conservazione della biodiversità. Tra gli altri, il monitoraggio dei grandi carnivori, la ricostruzione dell’adattamento di piante selvatiche alla siccità e all’altitudine, lo studio delle dinamiche di popolazione del lupo attraverso l’analisi di Dna antico e l’analisi della biodiversità vegetale con estrazione di materiale biologico dai ghiacciai.

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