Tavola rotonda: Dalla terra alla Terra – Il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita
5 dicembre 2018 – Assisi – Sacro Convento di San Francesco

In occasione della Giornata Mondiale del Suolo, il CIC – Consorzio Italiano Compostatori torna ad Assisi per la seconda edizione di “Dalla terra alla Terra – il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita”, con una tavola rotonda di approfondimento delle principali minacce dei suoli: erosione, impermeabilizzazione, perdita di materia organica, diminuzione di biodiversità e incremento di contaminazione.

“Il suolo rappresenta una risorsa fondamentale da cui dipendono la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici”, spiega il presidente del CIC Alessandro Canovai, ricordando come troppo spesso il suolo venga invece trascurato e minacciato soprattutto dalle attività antropiche.
Programma:
Introduce:
Alessandro Canovai – Presidente Consorzio Italiano Compostatori
Saluta:
Stefania Proietti – Sindaco di Assisi
Modera:
Laura Bettini Radio 24 – Gruppo Il Sole 24 Ore
Interventi:
Alberto Orgiazzi – JRC – European Commission
Francesco Ferrante – Kyoto Club
Giovanni Gigliotti – SICA-UniPG
Walter Ganapini – Comitato Scientifico Agenzia Europea dell’Ambiente
Massimo Centemero – Consorzio Italiano Compostatori
Padre Mauro Gambetti / Padre Antonello Fanelli – FRA’ SOLE, Progetto Sostenibilità Sacro Convento
Filippo Gallinella – Presidente Commissione Agricoltura della Camera
Jean Baptiste Sourou – Uno sguardo oltre i confini: L’esperienza africana del Benin

OGGI IL SUOLO E’ AL CENTRO DEL MONDO E ASSISI IL PUNTO D’INCONTRO DI SCIENZA, COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA ECOLOGICA DI TUTTI, CREDENTI E NO

Per il secondo anno consecutivo il Sacro Convento di Assisi, l’iconica culla di “sora nostra matre Terra, la quale ne sostenta e governa, (con le erbe dà da mangiar agli animali n.d.r.) e produce diversi frutti con coloriti flori et herba” (forse è inutile ricordarlo: i versi sono tratti dall’immortale Cantico delle Creature di san Francesco) ospita la seconda edizione della manifestazione dalla “Terra alla Terra” che testimonia non solo l’attenzione per così dire istituzionale dei frati francescani per la tutela e la custodia del Creato ma, anche e soprattutto, il ruolo sempre più incisivo della Chiesa cattolica, in unione con altre confessioni religiose, e di papa Francesco in particolare, in questo ambito semplicemente decisivo per le sorti dell’umanità.

Per l’occasione riportiamo dati e suggerimenti ripresi da una nota della professoressa Anna Benedetti, fra le figure di riferimento fra gli studiosi delle scienze del suolo, nella sua veste di responsabile del National Focal Point Global Soil italiano.

Per iniziativa dell’ONU, nel 2015 ha avuto inizio la decade 2015-2014 dedicata al suolo. Dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che compongono l’Agenda 2030, almeno 5 ruotano intorno al suolo (obiettivi 1,2,3,12,13) compresa la promozione della pace nel mondo. Questo aspetto non deve sorprendere in quanto gli studiosi di geopolitica lanciano l’allarme relativamente alla proprietà del suolo-produttore di cibo per le popolazioni locali, concetto messo largamente in discussione dagli acquisti portati a termine in più aree del pianeta sia da multinazionali che da stati (Cina in primis). Anche la FAO cerca di fare la sua parte e, nel 2012, ha promosso la Global Soil Partnership alla quale hanno poi praticamente aderito tutti gli stati membri della FAO.

Nel mese di giugno di quest’anno si è tenuta a Roma, sede della FAO, la VI Assemblea della GSP- Global Soil Partnership alla quale hanno partecipato, con una consapevolezza delle problematiche inimmaginabili solo fino a pochi anno or sono, oltre 150 Paesi. La GSP è governata da un Panel Tecnico Intergovernativo (ITPS) formato da esperti di tutte le aree geografiche organizzato su 5 pilastri: Pilastro 1: Gestione sostenibile del suolo; Pilastro 2: Consapevolezza e divulgazione; Pilastro 3: Ricerca e trasferimento dell’innovazione; Pilastro 4: Sistema informativo, banche dati e monitoraggio; Pilastro 5: Metodologie e metodi d’analisi. Questa, in sintesi, la mission dell’organizzazione che deve confrontarsi con la previsione di 9,5 miliardi di persone al 2030 e un incremento di alimenti superiore del 60% rispetto ad oggi. E, non dimentichiamolo mai, dal suolo proviene circa il 95% delle derrate alimentari. Malgrado tutto si può fare, anche se è molto difficile. Stime FAO evidenziano infatti che “se da oggi si lavorasse attuando una gestione sostenibile del suolo, sarebbe possibile incrementare le produzioni del 56%”, ergo, “tutti i Paesi sono invitati a praticarla”. E, qui, come si suol dire, cominciano i dolori.

La gestione del suolo “è sostenibile se i servizi ecosistemici forniti dal suolo sono mantenuti o migliorati senza compromettere le sue funzioni e la biodiversità. Inoltre particolare attenzione deve essere indirizzata verso un bilancio fra sostegno alle produzioni e regolazione dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo a supporto della qualità dell’acqua e dell’aria” (Voluntary Guidelines for Sustainable Soil Management – VGSSM – FAO 2017).

Nell’ambito delle attività realizzate dal Pilastro 1) sono state redatte linee guida volontarie oer la gestione sostenibile dl suolo nelle quali sono state individuate 11 azioni differenti per contrastare le pressioni e riuscire a mantenere il suolo ad un livello di salute e funzionalità in grado di produrre cibo di qualità: 1 Contenere l’erosione; 2 Contenere il degrado della struttura; 3 Garantire una adeguata copertura vegetale; 5 Garantire la fertilità dei suoli per le produzioni evitando perdite di nutrienti; 6 Assicurare i livelli minimi di salinizzazione e/o sodicizzazione; 7 Garantire il corretto drenaggio delle acque; 8 Assicurare livelli di contenimento sotto la soglia di tossicità per l’uomo, gli animali e l’ambiente; 9 Garantire il mantenimento della biodiversità del suolo e di tutte le sue funzioni; 10 Garantire un giusto e sicuro apporto di nutrienti per la produzione di cibo, foraggi, ecc; 12 Ridurre il consumo di suolo con una responsabile pianificazione territoriale. Al fine di contenere e ove possibile superare queste complesse problematiche, le cause di degrado andranno esaminate singolarmente a livello prima locale e poi regionale.

L’Associazione ha finora dato vita a due importanti simposi internazionali: il primo, aperto a tutti i portatori d’interesse, ha riguardato “la perdita di sostanza organica del suolo e la fissazione del carbonio”; il secondo “la contaminazione del suolo” rilevando che più del 90% delle cause di contaminazione dipendono dall’impatto antropico e che “la stessa agricoltura genera contaminazione attraverso un uso improprio di fitofarmaci, biomasse di rifiuti e di scarti reflui, monocoltura, acque anomale per irrigazione, ma anche salinizzazione, acidificazione, ecc”. Per il 2019 e il 2020 sono già stati indetti altri due simposi internazionali imperniati, il primo, su “Erosione del suolo”, e “Biodiversità nel suolo” il secondo.

IL CONTRIBUTO DELLE MODERNE TECNOLOGIE, ANCHE DIGITALI, APRONO ORIZZONTI NUOVI E FINO AD OGGI IMPENSATI QUALI L’ANALISI IN CONTINUO IN CAMPO DELLA SOSTANZA ORGANICA PRESENTE NEL SUOLO

Le nuove tecnologie digitali, il cosiddetto 4.0, con l’utilizzo di sensori sempre più sofisticati, attendibili e specializzati consentono di ottenere, anche in continuo, dati e informazioni utilissime. A semplice titolo di esempio, e fra altri, citiamo i sensori statunitensi Veris Technologies iScan distribuiti in Italia da Arvatec, che opportunamente applicati ai normali trattori o ad altre piccole attrezzature di lavorazione meccanica del terreno, raccolgono dati e specifiche tecniche (ad esempio conducibilità elettri CE e riflettanza del suolo – che consentono di calcolare la tessitura e il livello di sostanza organica OS presenti nel suolo. Si rende quindi possibile, per mezzo della raccolta lettura ed interpretazione dei dati raccolti nel terreno oggetto della lavorazione, la mappatura in situ dei singoli appezzamenti così aprendo possibilità di coltivazione “intelligente” e “mirata” di grandissima potenzialità. Certo – e questo è un punto sensibile – servono tecnici ed operatori, di diversi livelli, in grado di leggere e gestire questi dati nel modo più confacente alle esigenze, ma è certo che le prospettive sono interessantissime.

RECUPERO E RICICLO DEI RIFIUTI ORGANICI: IL CONTRIBUTO DEL C.I.C., CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI

Negli ultimi 25 anni, da quando ha avuto inizio questa attività di trasformazione industriale, 24 milioni di tonnellate di compost venuto dalla Terra è ritornato alla Terra restituendo 7 milioni di tonnellate di sostanza organica

Il C.I.C associa 128 aziende, 326 sono gli impianti attivi che trattano 8,7 milioni di tonn di biowaste (umido dalla raccolta differenziata + sfalci e residui di potatura). Comprensivo dei servizi erogati, il fatturato assomma a 1,8 miliardi di euro; 9.800 gli addetti al settore. Solo il 33% del compost nazionale (percentuale che va e deve essere incrementata in quanto rispetta criteri di qualità) è a marchio Qualità CIC. Negli ultimi 25 anni, cioè a partire dall’avvio delle prime esperienze di impianti di compostaggio o integrati di digestione anaerobica e compostaggio, ad oggi con capacità produttiva di circa 9 milioni di tonn., sono state prodotte 24 milioni di tonn. di compost che corrispondono ad oltre 7 milioni di tonn. di sostanza organica reimmessa nel suolo in circa 25 anni. -Il tutto corrisponde a 65 milioni di tonnellate riciclate e a 100 milioni di metri cubi sottratti alle discariche. Del tutto positive le prospettive di ampliamento sia a medio che a lungo termine.

A COMPLETAMENTO ALCUNI DATI DELL’ISPRA, L’ISTITUTO PUBBLICO PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE

L’Istituto ha censito 274 impianti di compostaggio per una capacità complessiva autorizzata di 5,4 milioni di tonnellate per anno (dati 2017). Il trattamento ha riguardato più di 4 milioni di tonn. di rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata (57% frazione umida e 43% frazione verde) trattata insieme ad altri rifiuti biodegradabili come fanghi e residui dell’agrindustria. il compost ricavatone è un fertilizzante organico che trova impiego per l’80% in agricoltura e per il 20% nel florovivaismo. Ha la caratteristica di essere un fertilizzante organico rinnovabile con un buon contenuto in sostanza organica.

In questi ultimi anni, relativamente pochi, la digestione anaerobica con recupero di materie, energia e produzione di biometano, si è molto sviluppata. Gli impianti attivi integrati di digestione anaerobica sono 52, per una capacità di trattamento nominale di oltre 3,3, milioni di tonn. (Ispra 2017). In questi impianti sono trattati circ 2,9 milioni tonn./anno di rifiuto biodegradabile, dei quali oltre 2 milioni sono costituiti da rifiuti organici (91% frazione umida e 9% frazione verde). Gli impianti di DA & Compostaggio abbinano il recupero di materia al recupero di energia con la produzione abbinata di biogas e compost.

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