Complice la straordinaria bellezza della storica Certosa pisana, un viaggio intrigante e suggestivo alla scoperta di segreti e curiosità di un microcosmo spesso sconosciuto ma che interagisce con noi uomini in ogni momento. A volte anche pesantemente.
Aperta fino al 3 novembre 2019

Non tragga in inganno il titolo: non si tratta di una delle numerose “mostriciattole”, per lo più estive, che puntano sull’effetto “tarantola” dell’aracnofobia soprattutto femminile o il richiamo un po’ misterioso degli scorpioni magari accostati a qualche rettile velenoso, no! si tratta di una mostra con i crismi della scientificità, di certo innovativa quanto a criteri espositivi e, particolare da non sottovalutare, allocata in una sede storica e in un ambiente – la Certosa di Calci -che da sola merita il viaggio. Prima di “visitare” la mostra dobbiamo, purtroppo, ricordare lo spaventoso e devastante incendio che lo scorso 24/25 settembre ha distrutto l’iconico Monte Pisano e lambito la stessa Certosa: incendio appiccato da mani (che meriterebbero di essere tagliate come usa a Riad e dintorni) che definire criminali è eufemistico.

24/25 settembre 2018: Lugubri scenari, come di guerra, che tolgono il fiato

Fondata nel 1366 da una famiglia di monaci Certosini, di qui il nome, la Certosa Monumentale di Calci è oggi uno splendido, ed immenso, monumento barocco. All’interno hanno sede l’importante Museo Nazionale e il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, istituzione scientifica di grande storicità e rilievo. Nel 1979 la parte occidentale del complesso fu concesso in uso perpetuo gratuito all’Università di Pisa che vi fondò l’attuale Museo di Storia Naturale (continuatore di una tradizione plurisecolare) da allora ampliato arricchito e rinnovato in maniera radicale. Il Museo è allocato in quelli che un tempo erano i locali più umili, riservati ai monaci conversi addetti ai lavori quotidiani: cantine, magazzini, frantoio, falegnameria e simili. Le collezioni naturalistiche, frutto di più di 500 anni di storia, sono spesso costituite da reperti unici. Suggestivo per la collocazione, al pari unica, il nuovo Acquario d’acqua dolce, il più grande d’Italia. Ne è direttore il prof. Roberto Barbuti dell’Università di Pisa.

A questo punto iniziamo il nostro viaggio alla scoperta del fascino, della bellezza ed anche dell’arcano insito nel microcosmo di Arthropoda – a cura di Fondazione EsNat – che si estende su oltre 300 mq di esposizione. Variegato, ed anche insolito e innovativo, l’allestimento che colpisce con più di 30 modelli di insetti di grandi dimensioni, vetrine con farfalle, ragni e scorpioni essiccati e ricostruzioni di ambienti naturali con insetti e altri animali. Molti i motivi d’interesse per il pubblico quali, ad esempio, modelli di formiche grandi fino a 4 metri e diversi artropodi vivi (ragni, scorpioni, blatte e grilli). Le scene di vita esposte nei diorami, molto accurati, e i modelli sono stati realizzati da due realtà toscane – Naturaliter ed Ecofauna – affermate e ben conosciute nell’ambiente.

In quella che possiamo definire, semplificando al massimo, la valenza scientifica troviamo – sono solo pochi esempi – pannelli didattici, anche tattili, che affrontano tematiche importanti quali le parentele degli insetti con altri invertebrati; l’anatomia e lo sviluppo del giovane in insetto adulto, la metamorfosi; gli insetti vettori di malattie anche molto gravi per l’uomo quali la malaria o la cosiddetta malattia del sonno; l’entomofagia, ovvero l’uso alimentare degli insetti oggi diffusa soprattutto in Asia e parzialmente in altri continenti (Sudamerica) e in molti Paesi ma per forza di cose destinato prima o poi ad accasarsi anche nella nostra vecchia e cara Europa; ultimo, ma non certo per importanza, le specie dannose per l’agricoltura che a volte impattano procurando danni catastrofici. Un cenno a parte, in quanto costituiscono un aspetto innovativo dell’esposizione e soprattutto per il richiamo che esercitano sugli spettatori per l’imponenza degli esemplari presenti, spetta ai cosiddetti modelli, cioè ad insetti ingranditi fino a 200 volte, riprodotti in grande scala e con accuratezza e correttezza scientifica dal naturalista e scultore Lorenzo Possenti, un “nome” molto noto in questo campo in ambito internazionale. Curiosità, il Possenti abita proprio a Calci dove produce questi modelli, affascinanti non c’è che dire, con resine di vario tipo che permettono – sono parole sue – “di ammirare la bellezza e la creatività della natura senza l’uso delle lenti”.

La seconda valenza, in questa nostra semplificazione ad uso esclusivamente pratico, è quella “artistica” – sempre opera del Possenti – concepita essenzialmente in forma anche volutamente provocatoria per stupire il visitatore. “l’arte è ovviamente quella della natura” ma è stata per così dire “aiutata” attraverso l’esposizione di insetti veri che possono essere ammirati individualmente con lenti di ingrandimento sia con insetti veri inseriti in piccoli ambienti naturali che riproducono porzioni di foresta, deserto, prateria” oltre ovviamente ai già ricordati modelli extralarge. Infine, ma di certo non in ordine di importanza, quella che ci piace definire la valenza concettuale che si esprime tramite i cosiddetti “entomimi”, come li chiama il suo autore Lorenzo Possenti, figure immaginarie fra uomo ed insetto che nelle intenzioni dell’autore dovrebbero indurre il visitatore a confrontare la e le società umane con quella e quelle degli insetti: “scoprire – sono punture di spillo rubate al Possenti – che le formiche affamate possono tranquillamente divorare la propria prole ci porta al ribrezzo, ma al contempo che non mandano alla guerra i giovani ma soltanto i più anziani, ci fa riflettere sulla condizione umana”.

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