Tema di quest’anno la conservazione e il restauro dei più diversi ecosistemi che permettono lo spostamento degli uccelli migratori. In Italia, diverse ombre ma anche qualche spiraglio di luce

La Giornata mondiale degli uccelli migratori (World migratory bird day) che richiama la necessità di proteggere gli uccelli migratori – oggi più di mai minacciati dai cambiamenti climatici e dai disastri ecologici imperversanti un poco dovunque, due esempi su tutti: gli incendi in Australia, evento di portata epocale, e il disgelo nell’Antartide – è stato organizzato da Cms (Convenzione sugli uccelli migratori), Aewa (Accordo sulla Conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa-Europa) e dall’Efta (Environment for the Americas).

Secondo dati Lipu-Bird Life Italia sono 185 le specie di uccelli migratori che raggiungeranno il nostro Paese entro l’ormai vicina fine della primavera. Per il 34,5% di queste specie è stato attivato “il semaforo rosso” che indica “un cattivo stato di conservazione, mentre per il 33% lo stato di conservazione è inadeguato”. Solo il 26%, uno su cinque, delle 185 specie presenti sul nostro territorio nazionale presenta invece buone condizioni: risultato, questo, anche dei tanti progetti di conservazione realizzati nel corso degli ultimi anni e del miglioramento della legislazione ambientale, più protettiva.
Al momento, sottolinea Claudio Celada, direttore Lipu-Bird Life Italia, “hanno già attraversato la nostra penisola molti rapaci veleggiatori, così come i limicoli, gli anatidi e gli uccelli canori, che migrano in prevalenza di notte, mentre altri stanno arrivando proprio in questi giorni”. Di qui l’auspicio – che facciamo nostro – che si voglia “ripartire dalla creazione di una vera e propria connettività non solo ecologica ma anche di persone e di idee”.

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