Quello degli animali d’affezione che scodinzolano per casa, occupano terrazze e giardini o albergano stabilmente in acquari rettilari e gabbie le più diverse, rappresenta una vera e propria area di grandissima valenza sociale ed economica. Un’area poco conosciuta e poco considerata al di fuori degli addetti ai lavori, ma pur sempre di prima grandezza. Del resto i numeri, ancorchè imprecisi in mancanza di un’anagrafe nazionale degli animali d’affezione che oramai s’impone per ragioni anche se non soprattutto sanitarie e di controllo e salvaguardia delle specie a rischio, sono in ogni caso impressionanti.
Lo specifico rapporto 2015 (su dati 2014) redatto dalla società Eurispes, specializzata in questo genere di ricerche, evidenzia comunque che a causa della crisi economica continua a calare il numero delle famiglie italiane che hanno accolto in casa un animale domestico, passato dal 39,4% del 2013 al 33% del 2014. I cani, 63,1%, restano i preferiti, seguiti dai gatti con il 41%. La spesa mensile, per l’81,5%, non supera la soglia dei 50 euro mensili. Un’altra ricerca, anch’essa resa nota due e o tre mesi fa, il IV Rapporto di Legambiente “ Animali in città “ (dati riferiti al 2013), contiene numeri assoluti, ancorchè frutto di stime, impressionanti. La popolazione canina nazionale è stimata fra i 15 e i 18 milioni; quella felina da 13,5 a 16,1 milioni. I rettili (serpenti, tartarughe, iguane) da compagnia – definizione, questa, che fa un poco rabbrividire – toccano quota 1,5 milioni: si stenta a crederlo. I roditori da compagnia (conigli, criceti, scoiattoli) sono indicati in 2 milioni, mentre gli uccelli da compagnia (canarini, pappagalli eccetera) sono ben 13 milioni. E che dire dei pesci, ovviamente sempre da compagnia: una sterminata congerie di colori e di forme composta da ben 30 milioni di esemplari.
Complessivamente gli animali d’affezione alloggiati nella case dei poco più di 60 milioni di italiani d’allora, 2013, sono stati stimati in 75/80,6 milioni di esemplari di proprietà del 55,6% delle famiglie italiane.
Un altro sondaggio appena uscito – in totale sono stati intervistati 1000 italiani proprietari di animali domestici di età compresa fra i 18 e i 60 anni, non è specificato ma è presumibile appartenenti ad una fascia piuttosto alta quanto a capacità di spesa – commissionato dalla ben nota società Swiffer specializzata nella produzione di articoli per la pulizia della casa, evidenzia alcuni aspetti sociologici che, se veri, debbono far riflettere. Senza entrare nel merito di numeri e considerazioni che lasciamo agli specialisti anche perché non si conoscono i criteri alla base della ricerca di mercato, resta incontrovertibile il fatto che l’indiscutibile amore, empatia e trasporto per gli animali che trasuda da tutti i numeri fa emergere, specularmente, il senso di grande solitudine e tristezza esistenziale che accompagna noi uomini: nello specifico italiani, francesi e tedeschi “ stregati “ dai nostri amici “ pelosi “ quanto attanagliati da problematiche relazionali a dir poco importanti.
Il 62% degli italiani preferisce la compagnia del proprio animale a quella di altre persone e il 57% si sente capito più dai pet (per semplificare utilizziamo anche noi la terminologia all’inglese, ormai corrente) che dagli uomini. L’11% degli intervistati svela addirittura di avere in qualche caso preferito il proprio pet al partner o ai figli: considerazioni, queste, che toccano le punte massime fra i 18 e i 24 anni. Percentuale che, nei tedeschi, sale al 20%. Solo, si fa per dire, del 12% la quota nei francesi.
L’indagine in questione, che ha indagato le ultime tendenze in fatto di convivenza fra uomini ed animali in ambito domestico, rileva che più di un problema è causato dalla gestione della pulizia degli ambienti ove sono presenti animali. Il 64% degli intervistati è infatti concorde nel ritenere la presenza dei peli degli animali la causa principale di tensione per quanto concerne le pulizie domestiche e pare sia questa la principale preoccupazione per chi decide di aprire, o meno, le porte di casa a un nuovo amico “ peloso “ (66%). Dalla ricerca emergono anche altri dati: che l’80% degli italiani ami viziare il proprio pet con doni di compleanno e a Natale. E quasi un intervistato su due (47%), tanto uomini che donne, ha rivelato di sentirsi impegnato per mantenere il proprio animale sempre alla moda acquistando vestitini e accessori trendy. Del resto il 55% dei francesi dichiara di dilettarsi nell’acquisto di capi fashion e di tendenza per i propri animali; percentuale di poco inferiore in Germania, ferma al 53%. In Italia la spesa media mensile per animale è indicata in 58 euro (60 al Nord) pari a 8.775 euro per tutta la vita di un cane e di ben 10.600 per un gatto. I tedeschi, per una volta vengono meno alla loro fama di parsimoniosi, spendono circa 14.600 euro per il proprio cane, a fronte dei 13.000 euro dei francesi.
Sono cifre, a fronte della crisi economica che ancora imperversa, dei drammi dei migranti e più in generale dell’impoverimento delle classi medie che, se veritieri, sconcertano. In ogni caso invitano alla riflessione, e secondo noi, ad un esame di coscienza.