da italiafruitnews.com

La recentissima informativa del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio al question time alla Camera, testimonia le preoccupazioni anche dell’Esecutivo

In Australia, programmata una massiccia campagna informativa dedicata, su scala nazionale, fino al 20 aprile 2019. Tutti i cittadini sono invitati a catturare anche manualmente gli insetti e a segnalarne la presenza all’apposito servizio telefonico d’emergenza. Più severi e incrementati i controlli nei punti di sbarco.

Viene da lontano, molto da lontano trattandosi dell’Australia, ma l’imperativo è categorico e colpisce: “Non lasciare che invadano la tua casa”. Non si tratta della sparata di un qualsiasi esagitato italico, ma dello slogan coniato dal governo centrale del quinto Continente per cercare di contenere la cosiddetta Cimice asiatica, sorta di flagello biblico per un gran numero – è polifaga alla massima potenza – di colture agricole. Un insetto che, dall’Asia da cui origina, si sta diffondendo un poco ovunque provocando danni sempre gravi, gravissimni in frutticoltura. Gli australiani, forse memori delle campagne maoiste che coinvolgevano masse enormi di cinesi affamati per difendere il raccolto del riso dai passeri e parassiti vari, stanno invitando la “cittadinanza attiva” ad intervenire risolutamente catturando con ogni mezzo questi famelici insetti, assolutamente innocui per l’uomo quanto terribili per i raccolti che falcidiano senza ritegno. E non va dimenticato che, ai primi freddi quando si raggruppano per passare l’inverno e sempre in funzione di una numerosità di individui che a volte si stenta a credere, possono letteralmente riempire piccole aperture o anfratti di muri o scarichi e/o pertugi vari domestici. E non necessariamente solo in ambito rurale. Di qui la campagna in Australia che coinvolge aeroporti, porti, centri commerciale e strade, in pratica tutti i luoghi più frequentati.
In Italia la situazione, per quanto concerne l’agricoltura, è molto grave, al punto che in alcune zone gli agricoltori si sono visti costretti a spiantare interi frutteti.

Della situazione, che desta preoccupazione anche ai cosiddetti piani alti, ha parlato, pochi giorni fa in occasione del question time alla Camera dei deputati lo stesso ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio che ha fornito alcune interessanti informazioni che riprendiamo da una nota del MIPAAF.
L’Halymorpha halys, a tutti nota come cimice asiatica, è un insetto alieno originario dell’Asia orientale rinvenuto per la prima volta in Europa a partire dal 2004. Si caratterizza, come già sottolineato, per un’elevata polifagia, tant’è che si ciba di più di cento essenze vegetali.
L’insetto ha dimostrato un’elevata capacità di diffusione nel Mediterraneo e nell’areale europeo al punto che non è stato possibile includerlo nella lista degli organismi nocivi da quarantena dell’Unione in quanto la sua rapida distribuzione su una vasta area geografica ha precluso ogni tempestivo intervento di eradicazione.

“Nell’ambito delle misure di contrasto – ha dichiarato Centinaio – che includono interventi di lotta dedicati e basati su strategie di intervento integrate, risulta fondamentale l’attività di monitoraggio mirata nelle singole aziende agricole e sulle diverse colture, così come è importante ricordare che il successo nel contrasto al parassita non è assicurato dall’esclusivo utilizzo di trattamenti chimici, vista l’elevata mobilità della specie che può riposizionarsi su colture differenti.In seno al Comitato Fitosanitario Nazionale sono state identificate le azioni prioritarie volte a contrastare i danni, che si sostanziano in attività dedicate di divulgazione e monitoraggio a cura dei Servizi Fitosanitari delle Regioni interessate dal problema, in collaborazione con le strutture tecniche territoriali, per supportare gli agricoltori nella lotta all’insetto”.

“Studi specifici sono stati affidati al Centro di Ricerca Difesa e Certificazione(CREA-DC) che ha avviato sperimentazioni con prove “in campo” e in laboratorio per individuare le sostanze più idonee alla lotta.
Appena possibile sono stati avviati interventi utilizzando antagonisti naturali della cimice. “Le ricerche svolte nell’ambito del Progetto nazionale denominato”ASPROPI”, hanno permesso di individuare in ambienti dell’Italia centrale un imenottero parassita delle uova della cimice, Ooencyrtus telenomicida, allevabile in biofabbriche su ospiti alternativi. Una popolazione del parassitoide Ooencyrtus è stata trasferita nei laboratori CREA e mantenuta in ambiente controllato, dove si è mostrata in grado di parassitizzare efficacemente le uova della cimice.
Per la verifica “in campo” delle potenzialità dell’antagonista naturale – impiegabile in un contesto integrato per la difesa della frutticoltura nazionale – sono state effettuate prove dirette in frutteti condotti con differenti metodologie e l’antagonista ha mostrato, all’atto pratico nei frutteti produttivi, limiti di efficacia e di permanenza negli ambienti testati”.

“Per l’utilizzo – aspetto molto importante, questo, sempre dalle parole del ministro Centinaio – di antagonisti naturali provenienti, invece, dal territorio d’origine della cimice in prove estensive in campo tese a valutarne l’efficacia e le migliori modalità d’impiego, sarà prima necessario risolvere le problematiche legate al divieto di introdurre in natura specie o popolazioni non autoctone.
A questo proposito, tenuto conto dell’importanza di procedere tempestivamente alla verifica delle potenzialità e dei rischi connessi all’introduzione di antagonisti naturali provenienti dall’area di origine della cimice asiatica – previa acquisizione delle necessarie certificazioni di legge – il Ministero ha già autorizzato il CREA ad introdurre, in condizioni di quarantena e per soli motivi di studio, la specie ritenuta a livello mondiale più efficace: Trissolcus japonicus (Samurai wasp), a carico del quale sono in fase avanzata i necessari studi, in particolare quelli sull’impatto ambientale nei nostri agroecosistemi.
Contestualmente, nell’ambito dei progetti finanziati dal Ministero, il CREA sta proseguendo le ricerche su tutti gli antagonisti naturali della cimice attivi sul territorio nazionale, che stanno iniziando ad utilizzare la cimice come vittima”.

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